Il complesso nuragico di Gremanu, situato a più di mille metri di altitudine nelI’agro di Fonni, risale all’età del bronzo. Il sito (ci si arriva dopo il bivio di Fonni direzione Lanusei, si svolta per Pratobello e superata la frazione al chilometro nove si prosegue a piedi per la strada serrata) si compone, a monte, di una serie di fonti per la captazione e la raccolta delle acque e, a valle, in una serie di templi con abitato. A poca distanza si trova anche una vasta necropoli con tombe di giganti (monumentali sepolture nuragiche) .
Oggi possiamo ammirare un complesso nuragico con un estensione di oltre 7 ettari. Serena Meloni, guida turistica e ambientale, titolare di un noto centro escursioni locale spiega: «L’insediamento di Gremanu probabilmente era così vasto perché le genti che lo hanno frequentato hanno trovato in quest’aera un’ottima posizione, vicino a Pratobello, che offriva ottimi pascoli per il bestiame e una serie di condizioni favorevoli; il complesso archeologico si trova alla base del colle di Caravai, i primi scavi effettuati dalla sopraintendente Maria Ausilia Fadda risalgono al 1989, il complesso di sorgenti secondo quest’ultima, era in uso dal primo impianto dell’insediamento nuragico del bronzo medio (1500 a.c) ma la sistemazione attuale è stata realizzata durante le fasi del bronzo recente e finale (1300-900 a.c)».
La guida poi aggiunge: «Per tipologia di costruzione, quello di Gremanu risulta finora l’unico esempio noto di acquedotto nuragico». Si tratta di un’opera idraulica di notevole ingegneria che accresce le conoscenze sulle capacità tecnologiche degli antichi sardi. Gremanu conta migliaia di visite all’anno, il sito è visitabile anche senza guida, ma viene inserito nei pacchetti turistici dei territori dell’entroterra e apprezzato dagli Italiani ma anche da stranieri di tutte le età.
G. Contieri