“Nel CPR di Macomer si gela!”. Questo è il titolo di un documento diffuso da alcune associazioni che intervengono sulla situazione del CPR di Macomer.
Nella nota si denuncia come la mancanza di riscaldamento costringa gli ospiti extracomunitari rinchiusi a dormire con i giubbotti, per difendersi dal freddo, situazione che si è notevolmente aggravata a causa del malfunzionamento dell’impianto, che impedisce anche l’uso dell’acqua calda.
Tra la fine di novembre 2021 e dicembre – prosegue il documento – sono state inviate varie segnalazioni alla Prefettura di Nuoro, al Ministero dell’Interno, all’ ORS (ente gestore della struttura) per sollecitare un intervento affinché venisse riparato il guasto e almeno distribuite ulteriori coperte, in possesso dell’Ente gestore, ai reclusi, ma a seguito di sopralluoghi e delle riparazioni la situazione non è cambiata.
Così dal 30 dicembre al 1 gennaio la condizione si è ripresentata, pare per la mancanza di gasolio – scrivono i firmatari della nota – i quali precisano che questo rappresenta un ulteriore esempio di come vengono trattati i cittadini stranieri reclusi nel CPR di Macomer e nei CPR in generale, strutture lontane anche fisicamente dal resto della società, avvolte in un silenzio, dove i reclusi diventano invisibili.
Nel documento (LEGGI) oltre a ricordare le varie iniziative che si sono svolte nel centro del Marghine e in varie zone della Sardegna, i firmatari chiedono cosa si aspetti ad intervenire per la chiusura del CPR di Macomer, o creare migliori condizioni di vita al suo interno; parlano di tentativi di suicidio e autolesinismo, e fanno un elenco di casi di decessi avvenuti in altri CPR d’Italia a causa dell’inefficienza del sistema di accoglienza, e chiedono se ci aspetta che anche in questo cpr avvenga qualche decesso per intervenire.
F. Nieddu.