L’ospedale Santa Maria della Mercede di Lanusei è in ginocchio e i sindaci ogliastrini, questa mattina, lo hanno presidiato in fascia tricolore per difendere il diritto alla salute.
La situazione ospedaliera. Cinquanta medici in meno in pianta organica, i reparti di Cardiologia e Pediatria chiusi ai ricoveri e i primari degli altri reparti fanno sapere che non ce la fanno a garantire l’assistenza.
L’assessore alla Sanità Mario Nieddu. Collegato in videoconferenza l’assessore regionale della Sanità Mario Nieddu. “Siamo un territorio di 60 mila abitanti isolato rispetto agli altri poli sanitari sardi. Se un cittadino dei nostri paesi con una patologia ‘tempo dipendente’ dovesse andare a Cagliari o a Nuoro è la fine: qui a essere messo in discussione non è più il diritto alla salute ma il diritto alla vita”, attacca il sindaco di Baunei Salvatore Monni. “Il tempo è scaduto – rincara il sindaco di Bari Sardo Ivan Mameli – non ci interessano rassicurazioni o rimandi di responsabilità. Basta con le soluzioni tampone, si lavori a soluzioni strutturali o inaspriremo la protesta”. Il prossimo step è già in cantiere: “Convocheremo i nostri consigli comunali a Cagliari”, annuncia il sindaco di Lanusei Davide Burchi. Nel frattempo, si apre uno spiraglio per alcuni reparti. “C’è la volontà di evitare il peggio attivando – spiega il consigliere regionale del Pd Salvatore Corrias – una convenzione con la Aou di Sassari per il reclutamento di specializzandi a Cardiologia e Pediatria, così da riprendere subito l’attività”. L’assessore Nieddu ricorda che la riforma sanitaria sta muovendo i suoi primi passi propri in questi giorni. “Abbiamo messo in campo 42 milioni di risorse regionali aggiuntive per le varie aziende sanitarie sarde e per la loro perequazione. Ora – dice il titolare della Sanità – con la nomina dei direttori generali delle Assl la palla passa a loro”. Sul fronte della carenza degli organici, Nieddu sottolinea che la Regione “ha messo in piedi diversi bandi per trovare le professionalità mancanti, ma non è facile – confessa – continueremo a farli ma nell’attesa dobbiamo intervenire con soluzioni tampone che permettano agli ospedali di andare avanti”. I sindacati premono. “I medici – sottolinea Michele Muggianu della Cisl – devono essere reclutati anche fuori della Sardegna con una proposta e condizioni economiche che li invoglino a venire”. .