Covid. Quarantena breve per chi ha fatto la terza dose: si attende il parere del CTS

Salvatore

Covid. Quarantena breve per chi ha fatto la terza dose: si attende il parere del CTS

lunedì 27 Dicembre 2021 - 21:22
Covid. Quarantena breve per chi ha fatto la terza dose: si attende il parere del CTS

Nei prossimi giorni il Comitato Tecnico Scientifico darà il proprio parere sulla richiesta di ridurre la quarantena per i contatti stretti che abbiano già ricevuto la terza dose del vaccino.

Secondo le prime informazioni una decisione dovrebbe arrivare nei primi giorni di gennaio, quasi sicuramente prima della fine della vacanze di Natale, e la quarantena per i vaccinati con terza dose, ora di sette giorni, potrebbe essere ridotta tra i tre e i cinque giorni.

Il generale Francesco Paolo Figliuolo, commissario straordinario per l’emergenza Covid, aveva detto che “la riflessione sul numero di persone in quarantena l’abbiamo fatta questa mattina col ministro Speranza.

Gli scienziati stanno studiando con l’Istituto Superiore di Sanità”, aveva spiegato a proposito dell’elevato numero di persone in quarantena. “Adesso le quarantene sono diverse per i vaccinati e i non vaccinati, si sta studiando cosa mettere in campo”.

E il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, è tornato a chiedere la revisione delle quarantene. “Omicron è una variante molta contagiosa. “Ogni positivo – ha detto a Radio Cusano Campus – può aver avuto, di media, dai 5 ai 10 contatti. Se dovessimo avere un milione di positivi vuol dire che potrebbero esserci dai 5 ai 10 milioni di contatti da mandare in quarantena e questo non è possibile. Chi ha fatto il vaccino con la terza dose è più difficile si contagi e quindi bisognerebbe rivedere le regole per questa categoria. La persona vaccinata anche con terza dose deve vedere la sua quarantena ridotta”.

“È necessaria una revisione delle regole della quarantena ma non è questo il momento. Credo che sia auspicabile ma probabilmente tra 10 o 15 giorni da oggi”, secondo il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri a Sky Tg24. “E’ verosimile che Omicron sia oltre il 50-60% del virus che circola nel Paese”, ha aggiunto. E aggiunge: ‘Dal 10 gennaio si torna in presenza a scuola. E’ verosimile che nei prossimi giorni si arrivi in generale a 100 mila contagi al giorno ma se non tutti vanno in ospedale, per la scuola non vedo un grande problema”. “Non appena avremo dati più conclusivi su Omicron, anche le regole sulla quarantena dei bambini, degli alunni, degli studenti si potranno rivedere. Potrebbe essere anche tra 7-10 giorni, con l’anno nuovo, probabilmente prima della riapertura della scuola”. “Ma – ha spiegato Sileri – bisognerà vedere quanto questa variante del virus sia più o meno aggressiva. La riduzione della quarantena si deve basare su dati scientifici precisi, aspettiamo il Cts. Dobbiamo valutare molto bene i dati” .

Anche per il presidente del Veneto, Luca Zaia, in riferimento alla quarantena prevista per chi ha fatto la terza dose “uguale a quella degli altri”, “è ragionevole cominciare a fare una riflessione sulla quarantena per il vaccinato: va rivista”. “Condivido la riflessione che vada rivista la quarantena per i vaccinati. Massima sicurezza senza bloccare il Paese”, ha scritto su Twitter il presidente del Friuli Venezia-Giulia e della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga. “Condivido la revisione delle regole della quarantena che andrebbe ridotta o tolta soprattutto per quelli che hanno la terza dose. Dobbiamo garantire la sicurezza sanitaria ma al contempo non dobbiamo bloccare il Paese”, ha poi aggiunto a ‘Pomeriggio Cinque news’.

“Basta quarantena per i contatti dei positivi, bisogna cambiare le regole al più presto prima che si blocchi un intero Paese. La penso esattamente come il direttore della clinica di Malattie Infettive del San Martino di Genova Matteo Bassetti”. Lo dice il presidente di Regione Liguria Giovanni Toti. “Non si può continuare ad affrontare il virus con la stessa metodologia dello scorso anno. Il rischio è trovarci tra poco con milioni di persone isolate: chi farà il pane, chi guiderà gli autobus, chi svolgerà le lezioni a scuola, chi garantirà la sicurezza, chi batterà lo scontrino al supermercato, chi lavorerà in ospedale?”, aggiunge.

Intanto scatterà dal 10 gennaio l’avvio delle somministrazioni dei richiami (booster) con un intervallo ridotto a 4 mesi dalla seconda dose. La data, che fino ad ora era soltanto una ipotesi, è stata confermata da Figliuolo, in visita all’hub vaccinale nella caserma degli Alpini Vian di Cuneo. “Darà un ulteriore impulso alla campagna; stiamo correndo per cercare di arginare la variante Omicron – dice -. Mi preoccupano ancora gli indecisi, un po’ di milioni di persone che potrebbero dare una mano ad arginare il virus e soprattutto queste varianti”. “Mi preoccupano ancora – insiste il generale Figliuolo – quei 5 milioni e 750 mila italiani che non hanno ancora avuto alcuna dose. Siamo quasi al 90% tra prime dosi e guarigioni da almeno sei mesi, però in quella fascia, specie tra i 30 e i 59 anni, ci sono ancora un po’ di milioni di persone che potrebbero essere raggiunte dalle inoculazioni e potrebbero anche loro dare una mano ad arginare il virus e soprattutto queste varianti”. “La Omicron è molto più contagiosa rispetto alla Delta, qualcuno dice fino a cinque volte, fortunatamente per ora non si stanno avendo evidenze cliniche di gravità, però è chiaro che chi ha fatto la vaccinazione completa e soprattutto chi ha fatto il booster è molto coperto rispetto alla Omicron. Non vediamo per ora in persone che hanno fatto il booster ospedalizzazioni o effetti nefasti”.

“Credo che anticipare la terza dose a quattro mesi dal 10 gennaio sia per ora una scelta equilibrata, ma non mi sento di escludere alcunché. Abbiamo visto come si muove questo virus con le sue varianti e che ciò che uno dice oggi, domani l’evidenza sul campo la può cambiare”, ha spiegato Figliuolo. “Se dovremo correre di più lo faremo, ma ci vuole anche cautela, per cui credo che la scelta di anticipare la terza dose a quattro mesi – ribadisce – sia equilibrata”.

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