L’11,6% dei sardi ha rinunciato a curarsi. Il dato allarmante che si riferisce al 2019 dunque la situazione è andata peggiorando dopo la pandemia, è stato riferito questa mattina dal cardiologo ed ex assessore regionale agi Affari regionali Massimo Dadea in occasione del convegno – dibattito sulla Sanità organizzato questa mattina alla biblioteca Sebastiano Satta, dal movimento politico Progetto Per Nuoro.
L’incontro introdotto dall’esponente del movimento il consigliere comunale Lisetta Bidoni ha visto come protagonisti oltre al dottor Dadea, Nerina Dirindin, professoressa di economia pubblica e politica sanitaria all’Università di Torino e ex assessore regionale alla Sanità in Sardegna e Rosa Maria Caliandro, medico di famiglia.
Nerina Dirindin,da remoto, ha fatto il primo intervento dove ha posto l’accento sul fatto che il piano regionale sanitario è lontano dalle esigenze territoriali. Sono tanti i dubbi che l’ex assessore regionale ha espresso ossia come l’attuale Giunta intenda spendere i fondi della comunità europea riguardanti il settore sanitario entro il 2026 o come rafforzerà le strutture sanitarie già esistenti.
La Dirindin poi ha messo in evidenza il rafforzamento della commistione tra il pubblico e il privato.
«La debolezza della politica ha consegnato la gestione della sanità al privato soprattutto quella della specialistica ambulatoriale» ha detto la Dirindin nel suo discorso finale: «Voi a Nuoro siete riusciti a richiamare l’attenzione sulle criticità sanitarie grazie a una mobilitazione dal basso».
Invece Dadea nel suo intervento ha sottolineato il fallimento dello screening di massa per il Covid 19 messo in atto dalla Regione Sardegna dove si sono spesi ben cinque milioni di euro per dei tamponi dove due su cinque risultavano falsi negativi, uno screening che inoltre si è sovrapposto alla campagna vaccinale togliendo a questa importanti risorse sanitarie.
«In Sardegna stanno venendo meno i diritti fondamentali dell’assistenza sanitaria: mancano i medici di base e gli specialisti- ha rimarcato Dadea – nel nostro territorio l’ospedale San Francesco è stato cannibalizzato per sovvenzionare ospedali come il Mater Olbia che vive di contributi regionali». «il Mater Olbia ha ricevuto dalla Regione Sardegna sovvenzioni pubbliche per 25 milioni di euro nel 2019 e 120 milioni di euro tra il 2020 e 21» ha proseguito Dadea snocciolando altri dati non confortanti che riguardano l’ospedale di Nuoro: «Oggi è messa in discussione l’esistenza del nosocomio nuorese, uno smantellamento iniziato con il sabotaggio interno del Project financing, dove chi deve eseguire anche semplici interventi come colonscopia o appendicite viene trasferito in altri ospedali dell’Isola». Mentre sulla Sanità sarda il cardiologo ha sottolineato: «la pandemia ha acutizzato delle criticità già esistenti da molto prima, oggi le liste d’attesa si sono fortemente allungate di anni, ad esempio, per fare uno screening tumorale attualmente ci sono ben 16mila persone che stanno aspettando il proprio turno». «Questa giunta va avanti a colpi di slogan politici. Oggi l’assessore Nieddu ha evidenziato che il problema del Pronto Soccorso nuorese dove si sono dimessi ben sette medici su 18 si risolve mandando altri sette medici dall’ospedale Santissima Trinità di Cagliari, peccato, che il Pronto Soccorso di questo ospedale ex presidio Covid riaprirà il 22 dicembre» conclude Dadea.
La dottoressa Coliandro invece ha parlato nel dettaglio della drammatica situazione del San Francesco di Nuoro dove a oggi all’appello mancano 150 specialisti, 120 infermieri e 50 operatori socio sanitari.