Ancora un’assemblea promossa dal Comitato per la Difesa della Salute del Marghine e ancora le stesse lamentele e denunce accorate della situazione. Questa volta è toccato a Bolotana, sala affollata e al tavolo della Presidenza anche i Consiglieri Regionali Pierluigi Saiu e Desirè Manca.
Alla direzione del dibattito la Sindaca Annalisa Motzo. Quasi inutile dire che si è ripetuto il copione di altre assemblee. L’illustrazione della drammatica situazione in cui versa la Sanità in questa zona della Sardegna, da parte del Presidente del Comitato Checco Nieddu e la testimonianza, da parte anche di cittadini del luogo, delle drammatiche situazioni nelle quali si trovano quando hanno urgente bisogno di cure. Oramai è abbastanza chiaro che il problema della sanità è legato al problema della denatalità, e tutti e due alla tragica situazione economica.
La parola ricorrente, quasi magica, è “riequilibrio”, ovvero l’importanza della rivendicazione di un trattamento paritario anche per queste zone dell’isola. Per questo la impostazione di una medicina che sia territoriale, concetto che implica anche l’avversione per la polarizzazione che vede sempre privilegiate le aree di Sassari e Cagliari. In questa ottica ci sono anche le condizioni dell’ospedale di Nuoro, un tempo di eccellenza, in fase di smantellamento, necessario terzo polo, soprattutto per le distanze aggravate dallo stato delle strade e dei mezzi di comunicazione. E anche in questa assemblea non sono mancate le analisi delle cause di questa situazione. Una politica sanitaria con la concezione di azienda e quindi fatta solo di tagli. Il numero chiuso per le iscrizioni nella facoltà di medicina e delle scuole di specializzazione, i concorsi per primari non fatti, ( a Nuoro su 29 ne mancano 25), e ancora i concorsi non fatti per il personale amministrativo. La nomina, per il personale dirigente, secondo criteri di appartenenza politica, col risultato, spesso, di personale incapace, la sottrazione alle Conferenze dei Sindaci della facoltà di approvare o bocciare il bilancio. L’attribuzione di un bel gruzzolo di 20 milioni al Mater Olbia preludio forse di una devoluzione alla medicina privata. Insomma una situazione difficile, ma che è necessario risolvere con criteri nuovi, dettati dall’urgenza e con mezzi di emergenza.
D’altronde dagli ospedali di Sassari, Cagliari e Olbia arrivano alcuni segnali che indicano come una medicina impostata nel territorio eviti i sovraffollamenti. La prossima tappa sarà Bortigali.
Pier Gavino Vacca