Come previsto, e forse anche più del previsto, l’influenza parte spingendo sull’acceleratore.
Secondo l’Istituto superiore di sanità (Iss), la prima settimana di novembre ha visto, infatti, una brusca partenza della curva delle sindromi simil-influenzali, con un’incidenza pari a 3,5 casi per mille assistiti. A esser colpiti sono maggiormente i bambini sotto i cinque anni. Intanto, mentre ai medici di famiglia arrivano dosi di antinfluenzale con il contagocce, nel Lazio la campagna vaccinale entra nel vivo. Dopo un anno sottotraccia, grazie alle misure messe in campo per ridurre il contagio da Sars-Cov-2, gli esperti hanno annunciato che questa sarà una stagione influenzale di intensità medio alta. E i primi dati lo confermano. In base al rapporto Influnet dell’Iss dall’1 al 7 novembre, ci sono stati circa 207.000 casi, per un totale di circa 573.000 contagi a partire dall’inizio della sorveglianza, ad ottobre.
Nella stagione 2019-2020, in questa stessa settimana, il livello di incidenza era pari a 1,15 casi per mille assistiti, inferiore a quello osservato nell’attuale stagione, pari a 3,5. Come spesso accade, conferma il sistema di sorveglianza Iss, che raccoglie i dati trasmessi da medici e pediatri sentinella, il contagio corre veloce tra i più piccoli: nella fascia di età 0-4 anni l’incidenza è pari a 15,83 casi per mille assistiti, tra 5 e 14 anni a 3,79, tra 15 e 64 anni a 3,02 e tra gli over 65 anni a 1,64. Proprio questi ultimi sono quelli maggiormente interessati da complicanze legate al virus, che possono portare anche al ricovero e al decesso. Di qui l’importanza di aderire alla campagna vaccinale contro l’influenza che, con un certo ritardo sulla tabella di marcia, sta entrando ora nel vivo, anche se a macchia di leopardo. Indicato per tutti i soggetti, il vaccino è raccomandato e gratuito per tutti i bambini tra i 6 mesi e i 6 anni, donne incinte, over 60, operatori sanitari, caregiver e persone con malattie croniche.
«Per evitare la doppia epidemia di Covid e influenza, che possono avere sintomi simili – spiega Silvestro Scotti, segretario generale della Federazione Italiana medici di medicina generale (Fimmg) – dobbiamo vaccinare il più possibile ma, in molte regioni, i vaccini continuano a arrivare centellinati col contagocce: finora abbiamo usato al 100% quelli consegnati ma sono insufficienti rispetto alle richieste. Questo non permette al medico la giusta programmazione, proprio ora che dovremo anche iniziare le terze dosi anti Covid. Non si può continuare con ritardi nell’espletamento delle gare regionali e bandi con tempi di consegna poco chiari». Con questa falsa partenza sembra difficile ambire ai buoni risultati dello scorso anno, quando «la copertura per l’influenza aveva ha visto un aumento del 6% nella popolazione generale e del 10% tra gli over 60». Ma tra le Regioni c’è anche chi va meglio.
Nel Lazio, infatti, «la campagna della vaccinazione antinfluenzale entra nel vivo e sono state superate le 600 mila dosi somministrate», come annunciato dall’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, che ricorda: «Coloro che devono fare anche la terza dose anti Covid possono farla nella medesima seduta vaccinale».