“Prima di tutto, la salute. A smuovere la grandissima partecipazione dei cittadini della Regione (ma non solo…) è stata compromessa la salute. Si parla della popolazione dell’intera isola, dai più giovani ai più anziani, dai neonati, passando per gli adolescenti, fino agli adulti. La rovinosa situazione della Sanità locale è sotto gli occhi di tutti, in questi ultimi anni: si sta disfacendo con conseguenze sulla nostra pelle… “. Alle 17 di sabato sera sono arrivati a centinaia da tutta la Sardegna nella piazza Vittorio Emanuele a Nuoro per ascoltare e intervenire alla manifestazione indetta dai Rosso Mori, portando il loro contributo e la loro voce. Si richiede l’attuazione delle riforme promesse da anni, che potrebbero defibrillare il servizio sanitario in estrema difficoltà.
I due appuntamenti dei Rosso Mori e dell’associazione Vivere a Colori (APPROFONDISCI) hanno permesso ai cittadini di fondersi in totale condivisione per protestare affinché la politica agisca a favore di un bene comune, diritto primario garantito dalla Costituzione italiana. Con le numerose delegazioni dei Rosso Mori provenienti da tutta la Sardegna hanno fatto fronte comune Liberos e MPS, Movimento dei Pastori Sardi.
Durante i numerosi interventi è stato evidenziato come l’abbandono del servizio pubblico e l’inspiegabile deviazione a favore dei due poli di Sassari e Cagliari e del privato Mater Olbia sta contribuendo a un sistematico impoverimento e conseguente smantellamento dei servizi locali. La carenza dei medici di base su tutto il territorio è tra le tante emorragie del nostro paese. La maggior parte dei reparti dell’Ospedale San Francesco di Nuoro è in sofferenza. Nel distretto di Siniscola oltre 750 bambini sono rimasti senza pediatra.
Le istituzioni dovrebbero dedicare una profonda attenzione al benessere delle loro cittadine e ai loro problemi, sanitari e non, senza delegare alle singole associazioni il compito di migliorare la condizione della donna sarda. La situazione di esasperazione sta diventando intollerabile. La Sardegna richiede a gran voce una radicale riforma, che porti nuova linfa alla sanità sarda. C’è bisogno di nuove e abbondanti assunzioni perché, dopo l’epistassi di medici e personale sanitario, i reparti non riescono a garantire un buon operato e, nonostante il disumano impegno che ci mettono, finiscono per collassare e chiudere. Dappertutto, a macchia d’olio. Per usare un termine tristemente noto, con effetto epidemico.
Matteo Brotzu