Silanus. Medici e sindaci a confronto sul “disastro sanitario del centro Sardegna”

Sonia

Silanus. Medici e sindaci a confronto sul “disastro sanitario del centro Sardegna”

giovedì 21 Ottobre 2021 - 07:07
Silanus. Medici e sindaci a confronto sul “disastro sanitario del centro Sardegna”

L'ospedale di Macomer (© foto S.Novellu)

Un disastro. È la parola che più sintetizza la situazione sanitaria  del centro Sardegna.  È emerso dal convegno che il Comitato per la Difesa della Salute nel Marghine ha organizzato in questi giorni a Silanus.

Una situazione rivelata, in gran parte, da chi lavora nel settore: i medici, che una volta tanto, si sono scrollati da dosso l’antipatico ed antidemocratico veto dell’ATS di non pronunciarsi.

Intervento dopo intervento è venuto fuori che il vanto di un tempo per l’Italia , almeno in questa zona, versa in condizioni precarie. Sono lontani i tempi, come ha illustrato Rino Demontis, nei quali nel distretto di Macomer crescevano i servizi e le eccellenze elevando questa zona ad esempio per tutta la Sardegna. E sulla crescita del laboratori ha insistito Gigi Muroni, descrivendone il continuo arricchirsi di strumenti ed ora ridotto a centro prelievi. Ad Antonio Succu, sindaco di Macomer, eletto il giorno dopo Presidente delle Conferenza dei Sindaci, è toccato descrivere invece il cammino contrario nel Distretto di Macomer dove si assiste impotenti alla debacle della riabilitazione, alla riduzione al lumicino della dialisi, dello smantellamento del laboratorio, complementare anche ad oncologia ed altro ancora. Nè più felice è la situazione dei medici di famiglia con 2000 pazienti senza. Succu ha anche sottolineato l’importanza delle strutture territoriali come le Case di Comunità, previste dal PNRR, i piccoli ospedali come quello di Bosa o Ghilarza, vicini alla gente, e poi, non meno importante, la prevenzione, attualmente ferma. A Massimo Dadea è toccato invece la descrizione dell’operatività dell’ospedale di Nuoro, fino ad ieri in predicato come terzo polo della Sardegna, con alcuni reparti di eccellenza, ed ora invece con i reparti sguarniti ed i giovani medici che vogliono andar via. Secondo Dadea la pandemia ha messo tragicamente in luce tutte le carenze ed ora la Sardegna si trova a detenere i non invidiabili record di patologie croniche, tumorali, diabete, sclerosi multipla, non senza aver pagato il pesante tributo di 1156 vittime da Covid 19. Per contro si vuole avere il primato delle ASL, previste prima 8 , ora 14. Contemporaneamente un fiume di soldi va al Mater Olbia, struttura privatissima, in misura sempre crescente. In quasi tutti gli interventi è scaturita l’osservazione che l’aver concepito le ASL come aziende ha snaturato la loro funzione procurando solo tagli. Tutti convinti, inoltre, che è stato un tragico errore limitare le iscrizioni alla facoltà di medicina e alle scuole di specializzazione. Unanime, inoltre, il rifiuto della polarizzazione della sanità fra Sassari e Cagliari e la tendenza a sostenere la medicina privata. Vanno anche incoraggiate le presenze nei piccoli centri con una indennità di disagio. Alla conferenza del Marghine hanno partecipato anche rappresentanze dei Comitati di Nuoro, Ghilarza, Barbagia Mandrolisai e Bosa. Dopo il successo e la brillante radiografia adesso è l’ora delle proposte. Un’altra domanda viene però spontanea: ma la politica ufficiale dove é?

Pier Gavino Vacca

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