La magia di Tamuli diventa anche virtuale

Giovanni Lilliu lo definì il luogo della massima spiritualità nuragica. Stiamo parlando di Tamuli, una località incantata, sopra Macomer, dove, da migliaia di anni insistono tre tombe di giganti. A custodire il sonno degli antichi avi sono sei betili, arcaico nome che significa “casa del dio”, sei coni, di cui tre mammellati con una chiara indicazione femminile, raffiguranti il partner della madre terra e simbolo di fecondazione. Sopra vigila attento un nuraghe. Il sito, da anni, è custodito dalla Cooperativa Esedra che ha capito le possibilità di sviluppo di un turismo culturale e opera con altri siti importanti, tra cui le domus de janas di Filigosa. Ora, accanto alle visite tradizionali in loco, si vuole fare un salto e promuovere il sito con i mezzi più moderni. Nei giorni scorsi sono stati ufficialmente presentati. Si tratta di nuovi strumenti, realizzati con l’aiuto di esperti e la collaborazione con la Sopraintendenza, finanziati mediante la partecipazione ad un bando “Cultur lab”, capaci di far immergere i visitatori in quella che fu la realtà nel momento della realizzazione delle tombe. Modernissimi strumenti, come dei visori, che propongono una realtà ricostruita, visibile da diverse angolazioni, che permette allo spettatore di immergersi in una realtà virtuale, con l’illusione di partecipare realmente ad una visita. Non manca l’attenzione per i più piccoli con un libro così detto pop up, ancora come prototipo. E ancora il video promozionale che, oltre il sito in questione, illustra la varietà e ricchezza di siti archeologici e paesaggistici della zona. La Cooperativa Esedra ha dovuto affrontare il difficile periodo del lockdown che la ha pesantemente penalizzata ma, con perseveranza e credendo in questa forma di turismo, sta riprendendo la sua attività. Tra le altre cose ci si è messo anche l’incendio che ha danneggiato un bel pezzo della tratta che da Macomer porta a Bosa. Anche questa però, con fiducia, è stata in parte ripresa. Il tutto naturalmente con la speranza che la pandemia non chiuda nuovamente le porte.

Pier Gavino Vacca

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Sonia