Un coro unanime di voci contrarie al deposito unico di scorie nucleari si è levato il 27 settembre dalla Sardegna al seminario online organizzato dalla Sogin, oltre alle 122 osservazioni inviate a suo tempo sui tavoli della stessa Sogin, c’è stata la presa di posizione ufficiale del presidente della regione Sardegna, di alcuni parlamentari Sardi, del presidente dell’Anci e i sindaci dei territori interessati: Marmilla Trexenta, Sarcidano, di associazioni ambientaliste, dei medici per l’ambiente, delCoordinamento Nazionale dei Comitati No.Nucle-No.Scorie che ha espresso la sua posizione tramite il portavoce storico Bustianu Cumpostu, il quale, ha affermato: «noi sardi abbiamo una forte responsabilità generazionale sul futuro della Sardegna e per questo che abbiamo promosso il referendum consultivo del 2011 contro l’installazione delle centrali nucleari e il transito di scorie radioattive in Sardegna: dove il 98% della popolazione espresse un secco no.
Il 35% delle osservazioni manifestate proviene dalla Sardegna: esiste un’articolata e dettagliata relazione illustrante i criteri per i quali la Sardegna non possa essere un sito di stoccaggio delle scorie nucleari.
«Questo rappresenta un ulteriore atto di colonizzazione nei confronti dei Popolo Sardo, dice Cumpostu, non possiamo accettare che venga attuata una ulteriore servitù. C’é stata una Legge regionale che ha sancito che nella nostra terra non venga aggravata da questa ulteriore responsabilità illegittima».
Il “No” al nucleare è unanime, in proposito anche la CEI (Conferenza episcopale ecclesiastica) si è espressa contro questa possibilità. che colpirà la Sardegna.
A Bustianu Cumpostu fa eco Giorgio Canetto sempre del Coordinamento Nazionale No.Nucle-No.Scorie, il quale fa presente che ci sono dei criteri che differenziano la posizione geografica della Sardegna è devono essere considerati, in particolare, il fatto di essere un isola contribuisce all’ aumento dei costi di trasporto delle scorie già gravata dal 35% dell’occupazione militare nel territorio sardo.
Il Referendum anche se consultivo ha la sua importanza e «Non possiamo restare indifferenti cosi come le numerose osservazioni pervenute alla Sogin: questa nuova servitù troverà una forte opposizione del Popolo Sardo che si è espresso non solo con atti ufficiali istituzionali ma con grandi mobilitazioni di piazza.
Franceschino Nieddu.