Il verdetto della Corte d’appello d’assise di Sassari è arrivato intorno alle 13, dopo due ore e mezzo di camera di consiglio e conferma la sentenza di primo grado: ergastolo con l’aggravante della premeditazione e dei motivi abietti per fatti di sangue avvenuti a Nuoro il 31 marzo del 2019 (APPROFONDISCI).
«Ci riteniamo più che soddisfatti, questo era l esito che speravamo alla luce della gravità dei fati – ha detto all’uscita dall’aula l’avvocato di parte civile Mario Silvestro Pittalis – C’è stato l’omicidio di una donna che è mancata troppo presto all’effetto dei suoi cari e una persona miracolosamente sopravvissuta che continua a portare le lesioni provocate da Sini. Il verdetto non poteva che essere questo». I difensori dell’imputato si sono riservati di decidere se ricorrere o meno in Cassazione dopo la lettura delle motivazioni che hanno portato alla condanna a vita. Prima della sentenza la replica della procuratrice generale Roberta Pischedda, che si è spesa per acquisire agli atti del processo dei tabulati telefonici da lei acquisiti pochi giorni prima, e che a suo dire avrebbero smontato la tesi della difesa. Gli avvocati dell’imputato, Lorenzo Soro e Pasquale Ramazzotti, hanno dato infatti battaglia per far cadere la premeditazione. La Corte ha però deciso che i nuovi tabulati presentati dall’accusa erano irrilevanti, si è quindi ritirata in camera di consiglio confermando poi l’ergastolo senza sconti per l’imputato. Tutti gli avvocati di parte civile – Mario Silvestro Pittalis per Fois, Orlando Ugone e Bruno Conti per la famiglia Meloni – hanno sollecitato una sentenza di condanna