Proprio mentre ci si appresta al World mosquito day, per ricordare che le zanzare oltre che fastidiose sono anche pericolose per le malattie che possono trasmettere, nel Nord Sardegna la struttura complessa di Malattie infettive dell’Aou di Sassari, diretta dal Sergio Babudieri, ha scovato un nuovo caso di malaria.
Partecipando da tempo a un progetto di monitoraggio della malaria, chiamato Nomal (Network for severe malaria treatment) e diretto a livello nazionale dall’Irccs Lazzaro Spallanzani di Roma, “quest’anno tra giugno e luglio – spiega il professor Giordano Madeddu che coordina il progetto – è stato osservato un nuovo caso di malaria in coincidenza della ripresa della mobilità verso i paesi a elevata endemia. Nel 2019 erano stati osservati 5 casi di malaria complicata, mentre lo scorso anno non sono stati registrati casi di importazione”.
Una situazione quest’ultima legata anche alle restrizioni imposte dalla pandemia da Sars-Cov-2, con i vari lockdown che hanno ridotto i viaggi all’estero.
“La malaria di importazione – spiega il professore – rappresenta un problema clinico ed epidemiologico rilevante in molti Paesi europei considerati da tempo malaria-free. Circa 6mila casi di malaria di importazione vengono riportati annualmente in Europa e approssimativamente il 4% di essi progredisce verso la malaria grave”.