Chioschi chiusi all’Ortobene: la vicenda finisce per vie legali

La vicenda dei chioschi chiusi all’Ortobene che non ha permesso alla titolare Giuliana Sanna e ai suoi dipendenti di  lavorare per tutta l’estate finisce per vie legali. La titolare aveva i chioschi ubicati nell’area dello storico bar delle sorelle Congiu dato in affidamento a una ditta che dovrà seguire il restauro dei locali e la successiva attività di ristorazione.

Giuliana Sanna, vuole vederci chiaro in tutta la vicenda burocratica di assegnazione in quanto oltre ad aver perso la stagione estiva non è stato erogato un servizio a chi si recava al Monte, causa sostenuta anche dal comitato “Ultima spiaggia” guidato dall’avvocato Antonio Costa che da sempre si occupa delle criticità e del ripristino delle attività della zona più amata dai nuoresi.

I chioschetti all’Ortobene

«Il 30 Maggio ho chiamato l’ufficio patrimonio per sapere come mai non mi era stata concessa l’autorizzazione di suolo pubblico temporaneo per l’apertura dei chioschi» racconta l’imprenditrice e prosegue: «Il geometra responsabile mi ha riferito che c’erano dei problemi perché l’area non era più disponibile in quando già assegnata per il restauro  e gestione del bar».

Nei giorni successivi i legali della titolare  hanno chiesto un incontro per trovare una soluzione e garantire la riapertura in pochi giorni da qua inizia il calvario per la titolare dei chioschi e i suoi dipendenti.

Si arriva al 14 giugno quando la proposta degli amministratori è stata di trasferire i chioschi a Sedda e’ Ortai:  «un’azione concretamente irrealizzabile sia per i tempi e soprattutto per mancanza di allacci idrici ed elettrici» dice amareggiata Giuliana dopo anni di sacrificio e investimenti andati in fumo. Risposte chieste più volte anche dal comitato che ha deciso di perorare la causa di Giuliana ma fin ora mai avute.

«Il 15 luglio il sindaco Soddu ha chiamato il mio legale chiedendo un incontro immediato in comune per l’apertura immediata del chiosco, una riunione mai avvenuta per l’opposizione dell’assessore ai Lavori pubblici Fabrizio Beccu».  Successivamente all’imprenditrice sono state notificati  a luglio due avvisi di sgombero entro 7 giorni per inizio lavori. «I chioschi sono stati smontati il 27 luglio» dichiara Sanna ma in realtà i lavori sono iniziati solamente ieri (APPROFONDISCI). 

«Il motivo è perché c’ era ancora un chiosco di metri 2.60 ×2.60 perciò non penso fosse questo motivo di intralcio» dice Sanna e prosegue: «I legali hanno chiesto durante la riunione più volte perché gli uffici competenti dopo 7 anni non avessero ancora identificato l’area n. 28 di cui sono assegnataria per poter realizzare il chiosco fisso. Le loro risposte sono state molto vaghe o prive di riscontri.  Il funzionario responsabile è intervenuto dicendo che per identificare quest ultima si dovesse andare in conferenza di servizi e perciò attendere parecchio tempo oppure riprendere in mano il regolamento chioschi del 2010 ed eliminare definitivamente il n28 (praticamente illegale) e poi, secondo l’assessore, tre bar nell’anello sarebbero stati troppi».

Per quanto riguarda invece il bando per l’assegnazione del bar l’imprenditrice conclude: «Ho partecipato alla gara di affidamento nel 2018 presentando un progetto e tutta la documentazione da loro richiesta. Dopo circa 8 mesi vengo a sapere che hanno fatto passare la gara deserta con la “scusa” che mancassero 2 documenti. Il comune fissa la data per una riunione chiedendo agli imprenditori interessati  al locale di presentarsi per fare in modo di capire quale fossero i problemi per cui nessuno abbia partecipato al bando. Chiedendo inoltre di presentare una manifestazione di interesse entro il 10 maggio 2019. La mia è stata presentata dal mio commercialista tramite pec ma senza mai aver avuto una risposta. Ancora oggi non si sa come sia stata concessa l’assegnazione. Lo saprò a settembre perché i legali chiederanno un accesso agli atti».

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Sonia