Oggi è il giorno dopo l’inferno di fuoco che ha sottoposto la comunità di Scano Montiferro a una dura prova, una comunità agro pastorale che oggi si risveglia in ginocchio.
Ognuno ha perso qualcosa, anche coloro che non lavorano direttamente in campagna: ognuno ha almeno una vigna o un oliveto o coltiva un orto per proprio diletto; poi ci sono i pastori, quelli che oggi devono fare i conti con l’alimentazione del proprio bestiame, non avendo più scorte di fieno o pascoli, ormai tutti ridotti in cenere.
Questa mattina inizia la conta dei danni. In tutto il Montiferru gli ettari andati in cenere sono circa venti mila. Il grosso dei danni è avvenuto al confine tra i territori di Santu Lussurgiu, Cuglieri, Scano, Sennariolo e Tresnuraghes, dove il fuoco, partito dalla montagna è arrivato fino al mare, da una parte verso Santa Caterina e dall’altra verso Porto Alabe lasciandosi alle spalle solo il deserto. Circa mille le persone evacuate, le maggior parte delle quali vi hanno già fatto rientro (APPROFONDISCI)(APPROFONDISCI). Sono ancora momentaneamente impossibilitati 50 cittadini di Cuglieri e 30 ospiti della casa di riposo di Borore.
Dopo due giorni di roghi tra Bonarcado, Santu Lussurgiu e Cuglieri, ieri il fuoco ha fatto retro front lambendo l’abitato Scano, dove sono state evacuate le abitazioni della parte bassa del paese. Qui la maggior parte dei residenti è rimasta a difendere e proprie cose con ogni mezzo, facendo squadra e venendo in aiuto alle persone in difficoltà. Per tutto il pomeriggio il paese è stato assediato dal fuoco e, mentre l’aria si faceva sempre più irrespirabile, finalmente sono arrivati i mezzi aerei che fino al tramonto hanno lavorato ininterrottamente a tenere a bada le fiamme nei punti più critici, in particolare nella parte bassa della pineta di San Giorgio, che confina direttamente con l’abitato, e nella vallata sottostante. Col sopraggiungere della notte, poi, il rumore infernale di elicotteri e canadair ha lasciato spazio al silenzio assordante di una lunga notte di paura, durante la quale gli abitanti hanno monitorato la situazione, per paura che il fuoco riprendesse vigore, complice il vento, e completasse la propria azione distruttiva verso il bosco principale del monte e della pineta di San Giorgio. Nel corso della notte, invece, il miracolo è accaduto e si è riusciti a tenere sotto controllo i vari focolai e a scongiurare il peggio.
I danni dell’incendio a Scano (foto S.Novellu)
Le campagne intorno al paese oggi si presentano in gran parte ridotte in cenere, soprattutto su versante che guarda alla Planargia, dove fino a ieri proliferavano vigne e oliveti che oggi hanno lasciato spazio alla terra nera arsa dal fuoco. Stesso scenario intorno al parco delle sorgenti di Sant’Antioco, salvo per puro miracolo almeno in parte, e sul versante che da qui guarda verso Macomer e verso Sindia.
Ovunque persone attonite che cercano di capire se almeno parte delle proprie campagne si sono salvate dalla furia devastatrice del fuoco, anche se nella maggior parte dei casi questo non è accaduto e ci si trova a contare i danni. Danni che, forse e chissà quando, saranno risarciti grazie al fatto che il presidente della Regione Christian Solinas ieri pomeriggio ha dichiarato lo stato di emergenza. Ma la cosa lascia tutti abbastanza perplessi e disillusi, così come la solidarietà espressa dalla stesso Solinas alle zone colpite dal fuoco, dal momento che tutti sono consapevoli che la macchina antincendio si è messa in moto in ritardo, troppo in ritardo, soprattutto quella aerea, che è intervenuta solo nel pomeriggio, dopo che il fuoco ha agito pressoché indisturbato per tutta la mattina, distruggendo aziende, uccidendo animali e lasciando i pastori soli con la propria disperazione e mettendo a repentaglio la vita stessa dei cittadini. E le forze a terra non si sono certo risparmiate: barracelli, volontari e Vigili del Fuoco hanno lavorato senza risparmiarsi per tutta la giornata.
Sin dalle prime ore del giorno, intanto, il tam tam ha fatto muovere da tutta l’isola la macchina della solidarietà, quella che in altre aree dell’Isola prende il nome di “Paradura” e le prime scorte di foraggio sono iniziate o ad arrivare per soccorrere amici o conoscenti in difficoltà.
Mentre scriviamo questo resoconto, intanto, in molti punti il fuoco continua ad avanzare e si continua a sentire il passaggio degli elicotteri e non resta che augurarsi che le cose vadano per il meglio.
I danni dell’incendio a Scano (video di S.Novellu):
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