Sono 112 le richieste di via per la produzione di energie da rinnovabili presentate in Sardegna. Si tratta di 20 parchi elolici e 92 per impianti fotovoltaici.
“La realizzazione di questi siti comporterebbe il sacrificio di 11 mila ettari di territorio senza alcun ritorno economico produttivo, con un grande impatto ambientale, e danno per i beni ambientali, paesaggistici e culturali; inoltre non saranno ridotte le emissioni inquinanti derivate dai combustibili fossili; ricordiamoci che una società con capitale estero alcuni anni fa voleva realizzare un parco eolico nei territori tra Nuoro e Orani e nel territorio di Bitti ma il progetto è stato respinto dalla volontà popolare”.
Ne danno notizia in una nota congiunta Italia Nostra, Cobas scuola Cagliari, Unione Sindacale di Base e il sindaco di Villanovaforru, nella quale si precisa che ciò avviene in assenza di una reale assenza di scelte energetiche che stanno vedendo la proliferazione incontrollata di impianti di ogni genere, incluso il metano, con il relativo rigassificatore, che portano benefici solo ai soggetti proponenti.
“C’è da considerare, continuano i firmatari del documento che grazie al decreto semplificazioni alla Regione, Enti Locali e Soprintendenza, verrà limitato il loro ruolo e la possibilità di porre veti alla realizzazione di questi impianti, non è escuso che questo avverrà anche a proposito del deposito unico di scorie nucleari in Sardegna, le associazioni firmatarie del documento propongono un incontro preliminare online a fine di sviluppare un movimento di opposizione nei confronti di questi ulteriori attacchi al territorio Sardo”.
“La ragione è da ricondursi alla totale assenza di scelte strategiche che stanno comportando una incontrollata proliferazione di impianti di ogni specie, incluso il metano, con la rediviva dorsale, e il progetto oramai in fase di approvazione del rigassificatore di Giorgino, ciò grazie ai consistenti benefici economici garantiti ai soggetti proponenti. Si tratta di una pesante ipoteca sulla Sardegna che rischia di vedere preclusa ogni possibilità di programmare il proprio futuro e compromesso irrimediabilmente il suo patrimonio paesaggistico e ambientale. I 112 progetti, infatti, rappresentano solo la premessa dell’assalto che si sta per scatenare sull’isola e favorito dal nuovo decreto semplificazioni attraverso il quale alle Amministrazioni, alla Regione e alla soprintendenza verrà ulteriormente ridotta la possibilità di esprimere un parere ed eventualmente porre il veto ai nuovi progetti”.
È necessaria un’azione forte e coesa da parte di tutti.