Mentre la Regione, attraverso l’Unità di crisi insiste nel dichiarare numeri esigui in relazione ai contagi da Covid in Sardegna, le notizie che giungono da Aritzo, dove salgono a cinquanta casi di positività al covid mentre 102 sono le persone in quarantena, sembrano indicare scenari diversi.
Numeri che crescono man mano che aumentano i tamponi effettuati e che hanno costretto due giorni fa il commissario straordinario del Comune, Antonio Monni, a emanare un’ordinanza che prevede la zona rossa rinforzata: chiuse le scuole, vietata l’apertura di tutte le attività commerciali compreso l’asporto, così come sono vietate le uscite o le entrate in paese se non per lavoro o urgenze di tipo sanitario (APPROFONDISCI).
Il contagio sarebbe partito da alcuni studenti, così come testimonia l’età dei positivi rilevati dopo che, tra il 3 e il 4 giugno l’ATS ha effettuato 550 test.
«Fortunatamente nessuno dei contagiati è ricoverato in ospedale: sono quasi tutti giovani, eccetto un anziano che non si era potuto vaccinare» ha detto Monni aggiungendo un appello ai ragazzi affinché rispettino le regole sanitarie e si vaccinino al più presto per evitare nuove infezioni. «Se tutti rispettiamo le regole l’epidemia si contiene nel giro di 15 giorni e si evita di diffondere il virus nei paesi del circondario – ha aggiunto. Verso metà mese gli operatori sanitari di ATS ripeteranno il test molecolare alle persone in quarantena per capire se vi sia in corso qualche altra infezione che non è stata intercettata nel test precedente. Il 15 giugno sapremo se proprogare o revocare la zona rossa, intanto non mi stanco di ripetere di osservare tutti l’osservanza delle regole. Solo questo ci può far uscire velocemente da questa situazione«.