Collettivo Comunista di Nuoro: “La logica del capitalismo è la causa della strage della funivia”

Il Collettivo Comunista (marxista-leninista) di Nuoro riprende una nota Unione di lotta per il Partito comunista e la sottopone alla nostra attenzione:

“Domenica, 23 maggio, una cabina della funivia Stresa-Alpino-Mottarone è precipitata a 100 metri dalla stazione, causando la morte di 14 passeggeri e il grave ferimento di un bambino. Il disastro è stato provocato dalla rottura della fune di trazione dell’impianto di risalita. I freni di emergenza non hanno funzionato perché manomessi consapevolmente. Ciò ha determinato la corsa a ritroso della cabina, lo sgancio di una fune e lo schianto al suolo.

Il proprietario e i dirigenti della funivia erano a conoscenza, da tempo, di problemi tecnici che determinavano disservizi e blocchi, ma non hanno fermato l’impianto per effettuare l’intervento risolutivo perché avrebbe avuto conseguenze economiche sui loro bilanci.

La funivia doveva riprendere a funzionare a pieno regime, dopo il lockdown, anche con cavi usurati e freni bloccati. Non doveva fermarsi perché avrebbe voluto dire perdere gli incassi.

Questa tragedia, che ha distrutto la vita di 14 persone e delle loro famiglie, a cui va la nostra incondizionata solidarietà, è frutto di imprudenza o omissioni? Di “dolorosa sciatteria”?

NO, è conseguenza diretta della logica capitalistica che domina nella società. E’ la stessa logica della strage del Ponte Morandi a Genova, crollato per assenza di manutenzione e di adeguati interventi.

È la logica che induce i padroni a disattivare i sistemi di sicurezza per non fermare gli impianti e continuare la produzione a ritmi più veloci, penalizzando fortemente la sicurezza.

Quanti operai hanno perso la vita, gli arti, le dita, sotto presse a cui erano stati disattivati i sistemi di sicurezza per esigenze legate all’estrazione di plusvalore a tutti i costi? Anche l’assassinio della giovane operaia Luana, avvenuto a Prato alcune settimane fa, è stato determinato dalla disattivazione dei sistemi di sicurezza della macchina che l’ha stritolata.

Una logica istigata da sentenze politiche, come sulla strage ferroviaria di Viareggio dell’8 gennaio scorso, che incentivano le imprese a continuare indisturbate a perseguire una politica di abbandono sulla sicurezza che, ogni giorno, provoca vittime, feriti e devastazioni.

Così come le politiche di privatizzazione e di liberalizzazione degli appalti e dei subappalti, che il governo Draghi si appresta ad attuare con un “Piano nazionale di ripresa e resilienza” (PNRR) di cui beneficeranno i monopoli.

La strage della funivia evidenzia che nella fase attuale del capitalismo, l’attività economica è volta al massimo profitto anche se, e quando, ciò significa tragedie, morte e dolore, per i lavoratori e le masse popolari.

Il disprezzo per la vita umana, la salute, la sicurezza, la vita dei lavoratori e delle lavoratrici, la totale assenza di rispetto dell’ambiente, sono il prodotto inevitabile di questo sistema marcio e moribondo.

Sviluppiamo e rafforziamo l’unità, la solidarietà e la lotta, rifiutando politiche borghesi di attacco alle nostre condizioni di vita e di lavoro, difendiamo con la massima fermezza le nostre rivendicazioni, i nostri interessi di classe.

Non limitiamo la nostra lotta, di per sé assai importante, alla salute e alla sicurezza, ma per un altro, nuovo e migliore, futuro! No alla delega, No all’immobilismo, Si alla partecipazione, alla lotta, all’organizzazione!”.

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Salvatore