Aggressione con rapina a Don Pirarba: quattro anni per De Rosas e due per Quid Aicha

Il GUP del tribunale di Lanusei Paola Murru ha condannato Emilio De Rosas, 19 anni di Orosei, e Oussama Quid Aicha, 20enne di origine marocchina residente a Tortolì, accusati della brutale aggressione a scopo di rapina, il 7 maggio 2020, ai danni di don Vincenzo Pirarba, parroco di Talana stroncato poi dal Covid a 79 anni nel dicembre scorso.

A De Rosas, che rispondeva di rapina aggravata e lesioni aggravate nei confronti del sacerdote, sono stati inflitti 4 anni e 2 mesi di carcere, mentre Quid Aicha è stato condannato a 2 anni e 5 mesi per concorso in rapina aggravata e spaccio di sostanze stupefacenti.

I due imputati attraverso il loro legali, Cosimo Forma per De Rosas e Marcello Caddori per Quid Aicha, hanno proposto e ottenuto il patteggiamento con il pm Gualtiero Battisti.

Secondo l’accusa, quella sera del 7 maggio di un anno fa, sarebbe stato De Rosas a svaligiare la casa di San Gemiliano del parroco, nella marina di Tortolì, mentre Oussama Quid Aicha avrebbe tratto in inganno il sacerdote suonando al citofono e chiedendogli di aprire il cancello per poter recuperare un pallone. Dopo l’aggressione, don Pirarba, un’istituzione nella chiesa ogliastrina, era stato ricoverato per varie lesioni. La rapina a suo danno suscitò sdegno e condanna unanimi nel territorio, ma il prelato sin da subito aveva deciso di perdonare i suoi aggressori.

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Salvatore