Nuoro. La Corte d’Appello di Roma respinge la revisione del processo di Cherubini

Sonia

Nuoro. La Corte d’Appello di Roma respinge la revisione del processo di Cherubini

giovedì 13 Maggio 2021 - 17:27
Nuoro. La Corte d’Appello di Roma respinge la revisione del processo di Cherubini

La quarta sezione della Corte d’Appello di Roma ha dichiarato inammissibile l’istanza di revisione del processo presentata da Gianfranco Cherubini, il 60enne di Nuoro che sta scontando l’ergastolo a Cagliari per l’omicidio della moglie Maria Pina Sedda, 42 anni, avvenuto 19 anni fa nella cantina della casa di famiglia, nel capoluogo barbaricino.

Soddisfatto l’avvocato Gian Luigi Mastio, parte civile in rappresentanza dei familiari e della figlia di Maria Pina Sedda, che ra affetta da un deficit uditivo.

«L’esito non poteva che essere questo, eravamo fiduciosi che la Corte avrebbe valutato con attenzione le nostre ragioni e non avrebbe attribuito alcun significato agli elementi del tutto inconsistenti che sono stati posti a base dell’istanza di revisione – spiega  il legale del foro di Nuoro – Speriamo che si chiuda definitivamente questa vicenda, che è servita a infliggere inutilmente nuove ferite ai familiari di Maria Pina Sedda e alla figlia».

La Corte ha deciso accogliendo gli argomenti della parte civile e del procuratore generale Andrea De Gasperis, che si era espresso per l’inammissibilità. La richiesta di revisione era stata avanzata dall’avvocato Alfano sulla base di tre tracce di sangue e un profilo genetico inedito la cui individuazione avrebbe potuto scagionare Cherubini, che si è sempre professato innocente.

A raccogliere le nuove prove sono stati Davide Cannella, investigatore noto per essere stato consulente di parte di Pietro Pacciani e Mario Vanni nel processo al “mostro di Firenze”, ed Eugenio D’Orio, genetista forense. Sono state portate all’attenzione delle corte gli esiti delle analisi analisi sulle tracce ematiche rilevate nel percorso a ritroso dalla cantina, in cui Maria Pina venne ritrovata dal marito, che diede l’allarme, fino alle scale e verso la via di fuga.

«Le nuove prove che la difesa deduce, per noi sono del tutto irrilevanti – aveva argomentato l’avvocato di parte civile – trattandosi di una circostanza, il sangue presente nelle scale, che era già stata affrontata nel giudizio di merito. Il fatto che quelle tracce non appartengano a Cherubini non è rilevante, potrebbero essere del complice. Ricordo – aveva sottolineato il legale – che Cherubini è stato condannato in concorso con un’altra persona rimasta ignota».

L’avvocato Luigi Alfano, invece  annuncia il ricorso in Cassazione contro il verdetto della quarta sezione della Corte d’appello di Roma che ha respinto l’istanza di revisione del processo nel confronti del suo assistito Gianfranco Cherubini, all’ergastolo per l’omicidio della moglie Maria Pina Sedda avvenuto nel 2002 a Nuoro. «Rispettiamo la sentenza ma la impugniamo – ha spiegato il legale – Nelle motivazioni ci sono diversi difetti: sono stati disattesi gli accertamenti genetici per i quali è stato dato il carattere esplorativo, quando invece questi sono una prova nuova. Il Pg inoltre non provvede ad accertare l’identità del soggetto ignoto, da noi identificato e sul quale la Corte non ha espresso dubbi. Il Dna è stato scartato come prova quando in tutti gli altri casi serve per la risoluzione», conclude l’avvocato

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