Una cartolina da Janna Bentosa (foto Cronache Nuoresi)
Televisori, forno a microonde, piano a induzione, ferri da stiro e aspirapolvere, videoregistratori, elettrodomestici per l’infanzia, cd e e vecchi floppy disc, che magari conservano ancora vecchie foto di famiglia o altri dati sensibili, buste piene di bottiglie di plastica, cumuli di inerti frutto di demolizioni, buste ricolme di materiale isolante e frammenti del temuto eternit.
Questa la cartolina che accoglie il visitatore che decide di avventurarsi alla ricerca di uno dei siti archeologici più interessanti del territorio nuorese, la domus de janas di Janna Bentosa. Parliamo di un sito ubicato a due passi dalla città, poco distante dalla chiesetta della Solitudine e dal santuario di Valverde. Un sito non segnalato nemmeno da un misero cartello e che, dunque, costringe chi ne conosce l’esistenza e desidera visitarlo a un minimo di esplorazione del territorio.
L’avventura inizia imboccando un sentiero dalla Provinciale 45, che collega il capoluogo barbaricino alla SS131 DCN. Qui, in ogni spiazzo raggiungibile con l’automobile lo spettacolo si ripete, cumuli di rifiuti di ogni genere, ulteriormente sparpagliati dagli animali. E imboccato il sentiero che conduce alla domus lo spettacolo non cambia, anche qui giacciono impolverati e ben nascosti sotto le siepi bottiglie, resti di pranzi e, ovunque, salviette igienizzanti.
Chissà che rivedendo la sequenza di immagini delle varie discariche abusive i responsabili non vi si riconoscano e non provino un po di vergogna, quantomeno per il fatto che al loro essere incivili si aggiunge la stupidità di aver deturpato l’ambiente, pur pagando il servizio che avrebbe potuto comodamente prelevare il tutto al proprio domicilio, e conferirlo correttamente in discarica senza la minima fatica. Ma la coscienza ecologica, evidentemente, per tanti è ancora una chimera.
Nuoro, la discarica abusiva a Janna Bentosa (foto Cronache Nuoresi)
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