I Segretari Provinciali USIP (Unione Sindacale Italiana Poliziotti) di Nuoro, a seguito delle determinazioni assunte dalla AUSL Romagna, riguardo lo studio per valutare l’immunità post vaccinazione anti SARS COV-2, al quale possono al momento partecipare solo gli operatori sanitari, chiedono alla Regione Sardegna, la possibilità di inserire le Forze dell’ordine nel protocollo SIEROVAC “siero prevalenza post vaccinazione anti Sars Cov-2”.
Lo studio consentirebbe di valutare l’efficacia in termini temporali/percentuali di immunizzazione e neutralizzazione del virus. Tenuto conto delle variegate tipologie di vaccinazione, l’allargamento al settore sicurezza, costituirebbe un ulteriore incoraggiamento alla vaccinazione in quanto sarebbe possibile evidenziare un quadro clinico più trasparente riguardo sia la durata che la percentuale di immunizzazione.
“Come ben tutti sappiamo – scrivono i rappresentanti in una nota – a seguito della pandemia che ha colpito duramente questa nazione, il personale delle Forze dell’ordine di ogni ordine e grado, è stato sottoposto, facoltativamente, come prevede il piano vaccinale governativo, alla profilassi anti-Covid sars-cov 2 al fine di tutelare la propria persona e i cittadini con cui quotidianamente entrano in contatto. Le recenti notizie pubblicate dai vari mass media e dalla stessa AIFA, hanno riportato che le varie tipologie di vaccini esistenti agiscono ognuno in modo differente alla neutralizzazione del virus. A tal proposito riteniamo opportuno che i vertici della nostra Amministrazione si facciano promotori nell’interessare i responsabili dell’ASL anche attraverso il signor prefetto, affinché venga esteso a tutti gli operatori delle forze di Polizia in servizio nella provincia di Nuoro l’esame di siero prevalenza. Allo stesso tempo auspichiamo che il presidente della Regione Cristian Solinas, il Prefetto e il Questore da sempre vicini alle donne e agli uomini in divisa, diano concreto sostegno alla nostra richiesta, per fare in modo che tale specifico screening sia reso fruibile a tutte le donne e gli uomini delle Forze dell’Ordine. Sicuramente facendo fronte comune si può vincere questa dura battaglia in cui è a rischio il bene primario per eccellenza: la salute”.