“Sardegna ancora rossa, ma niente ferma il poltronificio da 20 milioni di euro. Mentre i dati dei contagi, della sanità e dei vaccini sono in rosso e le attività non possono ripartire, il presidente della Regione va avanti con la legge che moltiplicherà i portaborse e i consulenti, quasi 20 milioni di euro di risorse pubbliche in tre anni, sottratte alla sanità, alle imprese, alle persone in difficoltà, alla campagna vaccinale, per dare posti agli amici e agli amici degli amici“. A dirlo è il consigliere regionale Massimo Zedda (Progressisti) in un post sui social.
“20 milioni di euro servirebbero per altro – prosegue. Alcuni esempi: Mancano 140 milioni per scorrere le graduatorie del bando Resisto per le imprese in crisi. Il settore turistico è in difficoltà. Il mondo della cultura e dello spettacolo è fermo da più un anno. Queste risorse servirebbero per assumere medici, personale sanitario e dotare, con concorsi pubblici, la Regione di alcune professionalità indispensabili. Con 6 milioni si potrebbe dare un lavoro stabile, a tempo indeterminato, a più di 100 persone”.
“La Sardegna è l’unica Regione in Italia che contemporaneamente è in zona rossa e moltiplica le poltrone per i nominati, in un momento così drammatico dal punto di vista sanitario, economico e sociale. Una vergogna, mentre gli ospedali sono in difficoltà, le persone fragili attendono il vaccino, le imprese, le famiglie, le cittadine e i cittadini vivono le difficoltà della crisi. In barba alle norme sul contenimento della spesa pubblica, sprecano i soldi di tutti, mentre il Paese ha superato il picco storico di debito pubblico. Nel 1920, nel primo dopoguerra, il rapporto del debito pubblico arrivò al 159,5% sul prodotto interno lordo. Oggi, a distanza di 100 anni, il debito pubblico ha raggiunto la cifra pari al 159,8% sul PIL. Le risorse pubbliche sono sacre perché provengono dai sacrifici delle cittadine, dei cittadini e delle imprese. Non andrebbero mai sprecate, ma usarle per moltiplicare le poltrone per gli uffici di gabinetto, in questa fase difficile, è una vergogna e un insulto nei confronti dei sardi”.