Tredici rinvii a giudizio, una messa alla prova e un non luogo a procedere. Queste le decisioni del GUP di Oristano, Salvatore Carboni, assunte oggi al termine del procedimento nato dall’inchiesta Ippocrate su presunti concorsi pilotati nella sanità oristanese.
Il giudice ha fatto cadere le accuse di concorso in omissione di atti d’ufficio nei confronti dell’ex capo gruppo del Partito dei Sardi in consiglio regionale, l’avvocato di Macomer Gianfranco Congiu, disponendo il non luogo a procedere per “non aver commesso il fatto”.
Il 18 luglio prossimo, invece, compariranno in Tribunale per essere processati il sindaco di Macomer Antonio Onorato Succu, coinvolto nell’indagine come primario di Ginecologia dell’ospedale San Martino, l’ex consigliere regionale del Partito dei sardi Augusto Cherchi, l’allora direttore dell’ASSL di Oristano Mariano Meloni e l’ex commisaria della stessa ASSL, Maria Giovanna Porcu, l’ex responsabile delle professioni sanitarie Gianni Piras, l’ex capo degli infermieri del blocco operatorio Salvatore Manai, l’ex responsabile del personale Angelo Piras, e i responsabile di due agenzia interinali, Agnese Canalis (E-work) e Nicola Contarini (Tempor). A giudizio anche i beneficiari dei presunti concorsi truccati: Angelica Faedda, Andrea Dore, Giovanni e Daniela Sanna, padre e figlio. È stato invece messo alla prova Nicola Bassetti.
L’inchiesta del pm Armando Mammone aveva contestato, a vario titolo, diversi reati: dalla corruzione all’omissione di atti d’ufficio, dall’abuso d’ufficio alla rivelazione e utilizzo di segreto di ufficio sino all’induzione indebita nel dare o promettere utilità. Secondo l’accusa le assunzioni sarebbero state condizionate alla promessa di voto o di candidature per il Partito dei sardi. Tre i concorsi finiti sotto la lente della Procura: uno per operatore sanitario, il secondo per ostetricia e il terzo per infermieri.