Manifestazione enologica (foto S.Novellu)
Il comparto vitivinicolo è quello che ha maggiormente subito i danni della pandemia, a iniziare dalle chiusure imposte a ristoranti e bar, in Italia e all’estero. L’intervento del Governo è stato importante ma è bene accelerare sulle erogazioni dei fondi messi a disposizione del settore, sburocratizzando le procedure che coinvolgono Agea, e focalizzandosi sulle misure che hanno trovato migliore accoglienza tra le imprese come lo stoccaggio privato e la distillazione di crisi.
È l’argomento emerso oggi al question time in commissione Agricoltura alla Camera sullo stato dei pagamenti per il comparto vitivinicolo.
«È un ulteriore segnale di attenzione verso il mondo vitivinicolo – spiega il deputato del MoVimento 5 Stelle Alberto Manca, componente della Commissione Agricoltura- siamo in attesa che la Regione predisponga immediatamente le valutazioni dei danni per le gelate, affinchè il Ministero delle Politiche Agricole possa erogare le risorse quanto prima cosicché le nostre aziende possano superare questa fase di criticità»
Per la riduzione delle rese sono giunte al Ministero delle Politiche Agricole 5.480 domande, con una richiesta di contributo di 38,2 milioni di euro di cui circa 6 milioni saranno erogati il 20 aprile. Per la distillazione di crisi, invece, le domande sono state 134 per 13,9 milioni di euro a cui si sommano i contributi integrativi regionali (Puglia 2,5 milioni; Lazio 1 milione; Umbria 128mila euro). Con lo stoccaggio privato, invece, si è superato lo stanziamento iniziale previsto in 9,54 milioni di euro.
Per questo, in Legge di Bilancio abbiamo inserito ulteriori 10 milioni di euro ed è necessario raddoppiare i fondi affinché si possa erogarli celermente con il decreto attuativo già in lavorazione. A ciò si aggiunge la distillazione di crisi su cui invitiamo il Mipaaf ad aumentare il contributo così da renderlo finalmente appetibile per le imprese. I livelli di vino in cantina, infatti, sono tuttora elevati: «a dare una boccata d’ossigeno ha contribuito il cosiddetto pegno rotativo, emendamento inserito nel ‘Cura Italia’, il cui primo firmatario fu Alberto Manca, deputato del MoVimento 5 Stelle. Uno strumento da diffondere sempre più, con cui siamo riusciti a garantire nuova liquidità al settore».