Cittadini inattivi e disoccupati di lungo periodo che abbiano voglia di mettersi in gioco e avviare una nuova piccola attività possono accedere ai finanziamenti per l’impresa messi a disposizione da Invitalia.
La pandemia di Covid-19 ha portato con sé una buona dose di criticità e incertezza nel mondo del lavoro.
Proprio per promuovere la nascita di nuove piccole iniziative imprenditoriali è stato recentemente ampliato il bando di Invitalia, che si rivolge a cittadini inattivi o disoccupati senza limiti di età. A partire dal 22 febbraio scorso, è possibile infatti accedere a finanziamenti agevolati per l’avvio di attività volte alla fornitura di beni e servizi, anche sotto forma di franchising.
Le domande di ammissione possono essere presentate sia da imprese individuali, sia da società o associazioni costituite da persone fisiche titolari di partita IVA, già costituite o in attesa di essere costituite. A questo proposito, chi volesse sapere di più su come aprire Partita Iva può fare riferimento alla guida di Fatture in Cloud, in cui si spiega quanto costa farlo e quale procedura seguire.
Esaminando più nel dettaglio l’iniziativa di Invitalia, l’obiettivo è finanziare a tasso zero nuove attività imprenditoriali di piccole dimensioni con programmi di spesa compresi tra un minimo di 5mila e un massimo di 50mila euro. I finanziamenti vengono erogati in forma di microcredito e microcredito esteso per le attività che, rispettivamente, pianificano di spendere tra i 5mila e 25mila euro o tra i 25mila e i 35mila euro
Oltre i 35mila ma senza superare il limite dei 50mila euro il finanziamento viene invece stanziato in qualità di piccolo prestito. Hanno accesso ai fondi donne e uomini provenienti da ogni regione d’Italia, non impegnati in altre attività e che da almeno un anno abbiano presentato una dichiarazione di disponibilità al lavoro. Questa nuova linea di finanziamento si aggiunge a quella già prevista per i giovani NEET (Not in Education, Employment or Training) fino a 29 anni residenti in Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Lazio, Molise, Abruzzo, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia e nella provincia autonoma di Trento.
Gli unici settori produttivi esclusi dal finanziamento di Invitalia sono quelli dell’agricoltura, della pesca e dell’acquacoltura.
i.p.