La denuncia. La sala giochi di Pratosardo chiusa da 4 mesi: “Permetteteci di lavorare come i bar e i circoli”

Sonia

La denuncia. La sala giochi di Pratosardo chiusa da 4 mesi: “Permetteteci di lavorare come i bar e i circoli”

martedì 16 Marzo 2021 - 12:00
La denuncia. La sala giochi di Pratosardo chiusa da 4 mesi: “Permetteteci di lavorare come i bar e i circoli”

La sala giochi Gaming (Pratosardo)

Tra pandemia e DPCM il settore del gioco legale  sta lavorando a singhiozzo e adesso le serrande sono abbassate ormai da quattro mesi. Da Nuoro esattamente dal centro commerciale di Prato sardo, i dipendenti della sala giochi Gaming  lanciano un appello affinché come  i bar e i circoli possa tornare a essere operativi.

«Siamo cinque dipendenti e l’azienda per la quale lavoriamo è la Torre srl di Como. La prima volta abbiamo chiuso  in pieno lockdown da marzo fino al 15 giugno 2020, dopo una breve riapertura nuovamente dal 26 ottobre scorso le  luci e i giochi sono stati spenti» dicono i protagonisti della vicenda fin ora tutelati dalla cassa integrazione che non può in eterno.

“Abbiamo conosciuto il periodo della “zona rossa” “zona arancione” e “zona gialla” ed oggi, 15 Marzo, siamo giunti all’inizio della terza settimana di “zona bianca e per noi nulla è cambiato” scrivono: “Abbiamo conosciuto un pò tutti i colori ma la situazione per noi non è cambiata. Il Presidente della Regione ha promesso le aperture graduali, ma ad oggi le uniche novità sono state: aperture dei bar fino alle 21, ristoranti fino alle 23.00, copri fuoco alle 23e30 e da ieri a Nuoro città apertura dei circoli culturali”.

«Come dipendenti e possessori di tutele come qualsiasi lavoratore, chiediamo stremati, quando sarà il nostro turno, è vero, siamo consapevoli di non essere dipendenti di attività di prima necessità, ma dietro quelle serrande ci sono persone, mamme e padri di famiglia.  Come  azienda abbiamo ha speso parecchi soldi per seguire il protocollo di sicurezza dei dipendenti e clienti, come acquistare gel per sanificare, percorsi di distanziamento obbligatorio in entrata e uscita, abbiamo dimezzato il numero delle slot e macchine per consentire la distanza  di un metro e cinquanta, ma ci sentiamo presi in giro.  Chiediamo solo una risposta, perché il lavoro è anche dignità e la nostra è stata calpestata abbastanza» concludono.

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