Sono superiori a quelli che avvengono nella popolazione generale, i contagi da virus SarsCoV2 legati alla scuola, e ora sembra questo accada anche sotto gli 11 anni: è quanto emerge sempre più dalla letteratura scientifica e dalle analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac).
Dai dati del ministero dell’Istruzione fra il 26 settembre e il 10 ottobre 2020, i casi positivi nelle scuole (dove studenti e personale sono il 15% della popolazione) sono stati il 16% dell’incidenza nella popolazione generale. Elaborando quei dati Sebastiani, “evidenzia una crescita esponenziale con tempo di raddoppio di circa 10 giorni, vicino a quello della popolazione generale, circa 7 giorni. Sembrerebbe quindi che non ci sia un’influenza della scuola sul contagio.
Risultati analoghi in uno studio condotto nel Regno Unito, pubblicato su The Lancet. Altri studi, in numero crescente, condotti in Italia e all’estero, forniscono invece “evidenze a favore dell’ipotesi dell’influenza della scuola, con tutti i fattori connessi, come trasporti, socialità extra-scolastica, sul contagio – rileva il matematico – e fanno capire che i risultati degli studi dove non c’è influenza sono dovuti al fatto che o i soggetti non sono scelti a caso o che non si considerano fasce d’età distinte”.
Una ricerca di Fondazione Kessler e ISS pubblicata sulla rivista Pnas indica che l’attività scolastica nella fascia 0-13 anni ha un impatto limitato sull’indice di contagio Rt, ma importante nella fascia 14-19 anni.
La correlazione fra l’inizio della scuola a metà settembre 2020 e l’inizio della crescita esponenziale due settimane più tardi è stata rilevata anche dallo stesso Sebastiani e dal virologo Giorgio Palù sulla rivista Viruses. Lo stesso Sebastiani per i dati delle scuole in Piemonte relativi a novembre 2020 trova aumenti statisticamente significativi nella percentuale di positivi tra gli studenti nella fascia 11-19 anni e ancora più tra il personale scolastico rispetto alla popolazione.
L’aumento tra gli studenti non c’è se si considerano tutte le fasce d’età assieme. Analogamente, uno studio condotto a Reggio Emilia (Eurosurveillance) rivela che uno studente in contatto con un collega infetto si contagia nel 3.8% dei casi. Si scende allo 0.38% tra 0-11 anni e si sale al 6.6% tra 11-19 anni, cui corrisponde Rt=1.6.
Uno studio pubblicato sul sito medRxiv analizza soggetti presi a caso nel Regno Unito nell’ottobre 2020 e rivela che la percentuale di soggetti infettati fino ad allora sale dall’1% nella popolazione all’1.37% nella fascia 13-24 anni, mentre rimane all’1% nella fascia 0-12 anni. Infine, ricerche condotte nel Regno Unito (Lancet) e negli Stati Uniti (Science), rispettivamente su 131 e su 41 Stati mostrano che l’apertura delle scuole aumenta l’Rt del 25%, mentre la chiusura lo riduce del 35%, rispettivamente.
Seppure non siano ancora disponibili al riguardo dati nella letteratura scientifica, il progressivo aumento del numero di scuole materne ed elementari chiuse o con positivi fa pensare che ora sia coinvolta anche la fascia sotto gli undici anni, probabilmente in relazione alle nuove varianti del virus.