L’indice Rt nazionale è in salita: dallo 0,84 della scorsa settimana passa a 0,95. Il dato emerge dal monitoraggio ISS-Ministero Salute.
Sette Regioni hanno un Rt puntuale maggiore di 1 anche nel limite inferiore compatibile con uno scenario di tipo 2, in aumento rispetto alla settimana precedente. Le altre Regioni/PPAA hanno un Rt puntuale compatibile con uno scenario tipo uno. Lo evidenzia la bozza del monitoraggio.
Una Regione (Umbria) e una PA (Bolzano) hanno un livello di rischio alto secondo il DM del 30 Aprile 2020. Sono dieci (contro 11 la settimana precedente) le Regioni/PPAA con una classificazione di rischio moderato (di cui cinque ad alto rischio di progressione a rischio alto nelle prossime settimane) e nove con rischio basso. Aumenta il numero di Regioni/PPAA dove sono state riportate allerte di resilienza (11 contro 5 la settimana precedente). Lo evidenzia la bozza di monitoraggio, relativa alla settimana 1/2/2021-7/2/2021 (dati aggiornati al 10/2/2021).
Diminuisce da 7 a 5, il numero di Regioni e province autonome che hanno un tasso di occupazione delle terapie intensive e dei reparti sopra la soglia critica. Nelle terapie intensive il valore nazionale e’ sotto la soglia critica del 30%, a quota 24%. Il numero delle persone ricoverate nelle terapie intensive scende da da 2.214 (02/02/2021) a 2.143 (09/02/2021). Anche nelle aree mediche è in diminuzione, passando da 20.317 (02/02/20201) a 19.512 (09/02/2021).
Nella settimana di monitoraggio Covid in Italia, in base alla bozza Iss-Ministero Salute, solo Sardegna e Valle d’Aosta, hanno un’incidenza settimanale sotto i 50 casi per 100.000 abitanti (soglia oltre la quale il servizio sanitario ha mostrato i primi segni di criticità); l’incidenza supera invece la soglia di 250 casi per 100.000 abitanti in tre casi: PA Bolzano (770,12 per 100.000 abitanti) PA Trento (254,85 per 100.000 abitanti) e Umbria (283,28 per 100.000 abitanti). L’incidenza a livello nazionale negli ultimi 14 giorni rimane sostanzialmente stazionaria: 269,79 per 100.000 abitanti (25/1-07/2) contro 273,01 precedente.
Circa un caso su cinque in Italia risulta positivo alla variante inglese, secondo l’indagine condotta dalle Regioni che hanno inviato al ministero e all’Istituto superiore di sanità i risultati dei test realizzati dal 3 e il 4 febbraio, come indicato in una circolare della scorsa settimana.