Si dice che la medicina italiana sia la migliore al mondo perché si rivolge a tutti. Ciò che è accaduto durante la pandemia ne ha messo però in discussione la pessima organizzazione. Se n’è parlato nel corso di una conferenza on line, organizzata dalla Rete delle Associazioni, coordinata dalla vice presidente della associazione Nino Carrus, Rosanna Carboni.
Nel corso del dibattito, coordinato da Tonina Deriu, medico in pensione, è stato ribadito che si partire dalla prevenzione, mettendo al centro l’ospedale.
L’operazione non è mai riuscita. Il compito dei medici generali è sempre stato sminuito nel tempo e , così, i medici di famiglia non sono stati un filtro, soprattutto per la burocrazia. Ora , per giunta, 300 medici ospedalieri vanno in pensione. Continua la carenza di medici di medicina generale, infermieri di comunità e le famose basi intermedie, che sono le Case della Salute. Alcune professioni nel campo della salute sono sotto utilizzate o svalutate, come i farmacisti. Ne ha parlato Franco Cadeddu, farmacista di Borore. Le farmacie sono sempre meno distributrici di farmaci. Potrebbero contribuire al miglioramento della qualità dei presidi, spesso acquistati dalle ASL solo con criteri di economia. Potrebbero essere utilizzate per screening o per campagne di prevenzione. Al dibattito hanno partecipato ben quattro sindaci: Gian Pietro Arca , sindaco di Silanus, Salavatore Lai, Sindaco di Gavoi, Antonio Succu, Sindaco di Macomer e Silvia Cadeddu Sindaco di Birori, nonché attuale Presidente della Conferenza dei Sindaci di Nuoro.
Gian Pietro Arca ha raccontato delle difficoltà di collegamento con le autorità sanitarie per informazioni e collaborazione. Salvatore Lai ha illustrato come, oramai eclissati partiti e sindacati, spetti ai sindaci la difesa dei cittadini anche in questo campo, essendo i sindaci la massima autorità sanitaria del paese. Silvia Cadeddu ha rimarcato l’utilità della conferenza Sanitaria dei Sindaci, specialmente in questo momento nel quale sarebbe auspicabile una situazione sanitaria diversa, anche per non far pesare il tutto sugli ospedali specialmente ai Pronto Soccorso, sui quali confluiscono il 70% dei codici verdi , che potrebbero essere trattati altrove.
Antonio Succu ha denunciato come non esista una programmazione organica per la medicina territoriale. La realtà, nella quale è caratteristico un progressivo invecchiamento della popolazione, necessita di politiche incivsive di screening e prevenzione. La grave crisi provocata dalla pandemia ha escluso molti dall’accesso ai servizi.
A Macomer preoccupa la situazione di radiologia e del laboratorio, mentre uno spiraglio positivo è l’arrivo dell’USCA, per la lotta alla pandemia e la RSA, che aprirà a breve, per l’assistenza agli anziani. L’iniziativa del dibattito è nel quadro della lotta contro lo spopolamento, obbiettivo della Rete delle Associazioni.
Pier Gavino Vacca