Covid. La maggior parte dell’Italia in giallo e 8 mln di studenti ritornano in classe

Da oggi tutti di nuovo in classe: circa 8 milioni di studenti italiani, compresi i 2,5 milioni delle superiori anche se con percentuali che vanno dal 50 al 75% tornano a frequentare le lezioni in presenza, come prevede l’ultimo DPCM. A rimanere a casa un’altra settimana sono solo gli studenti delle scuole superiori della Sicilia, diventata ‘arancione’, dove oggi ritorneranno tra i banchi i ragazzi della seconda e terza media (per tutti gli altri la scuola era rimasta in presenza anche nei giorni scorsi).

Ultime in ordine di tempo a far ritornare i ragazzi delle superiori nei loro istituti sono, oggi, le Regioni Sardegna, Calabria, Puglia, Basilicata, Veneto, Campania, Friuli Venezia Giulia per un totale di 976.668 studenti che si aggiungono ai 144.974 delle medie in Sicilia.

Nel Veneto però c’è una novità: sono stati tolti dalle aule e rimessi in magazzino i banchi a rotelle acquistati nei mesi scorsi dal Governo per facilitare il distanziamento tra gli studenti in classe. La ragione principale dell’accantonamento dei banchi anti-Covid sarebbe che favoriscono l’insorgere di mal di schiena nei ragazzi, come ha riferito l’assessore regionale all’istruzione, Elena Donazzan.

La riapertura delle scuole è salutata come una vittoria della ministra Lucia Azzolina che si è sempre battuta per il rientro degli studenti in classe e intorno alla quale il M5S fa quadrato usando parole che sembrano blindare la titolare del dicastero dell’Istruzione anche per il prossimo governo: «Oggi i tanti ragazzi delle superiori tornano a frequentare la scuola – affermano gli esponenti del M5S in commissione Istruzione al Senato. Per noi è un passo importante, ottenuto anche grazie al lavoro della ministra Lucia Azzolina e al suo impegno per riportare i ragazzi in presenza. I giovani, la formazione, la cultura digitale sono temi identitari per il Movimento. E così la scuola, che questi elementi li custodisce tutti, e che è un elemento fondamentale nella nostra agenda dei prossimi anni. La scuola ha bisogno di continuità e deve mantenere la centralità che le è stata faticosamente riconosciuta in questi mesi».

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Salvatore