Una maggioranza stabile e un governo coeso. Saranno questi i parametri con i quali Sergio Mattarella valuterà i passi che dovranno seguire alle dimissioni di Giuseppe Conte.
Il premier ha annunciato le decisione al Consiglio dei ministri, convocato questa mattina alle 9, ed salito al Quirinale per rassegnare formalmente le dimissioni nelle mani del presidente della Repubblica.
Dopo oltre 500 giorni, il governo Conte II è arrivato così al capolinea. «Ringrazio l’intera squadra di governo, ogni singolo ministro, per ogni giorno di questi mesi insieme» ha detto in Cdm.
Le ipotesi: Sono diversi, ora gli scenari che si aprono dal reincarico al premier uscente per un “ter”, come sembrano auspicare Pd,M5s e Leu, con un allargamento della maggioranza che c’è stata finora, fino alla soluzione estrema dello scioglimento delle Camere. Ipotesi negata da tutti, ma inevitabile nel caso in cui ogni qualsivoglia intesa parlamentare dovesse naufragare. Di certo Mattarella vuole che si diradino rapidamente le incertezze, ma il sondaggio dei gruppi di Camera e Senato è considerato imprescindibile anche per rispetto del Parlamento. Il nodo da sciogliere è quello di possibile gruppo di “responsabili” al Senato che dovrebbe consentire l’ampliamento dei numeri a sostegno di un eventale Conte-ter. Restano da chiarire le posizioni di Iv e dei centristi, con quelle che saranno le mosse determinanti di Matteo Renzi. Il calendario delle consultazioni non è ancora noto ma il Capo dello Stato dovrebbe cominciare ad ascoltare le forze politiche a partire da domani pomeriggio dopo la cerimonia per il Giorno della Memoria in mattinata.