Gli avvocati di parte civile hanno chiesto la conferma delle tre condanne di primo grado oggi in Corte d’Assise d’appello a Cagliari nel processo per l’omicidio di Manuel Careddu.
il 18enne di Macomer fu ucciso a colpi di piccozza e badile sulle sponde del lago Omodeo, in provincia di Oristano, e poi sepolto e ritrovato un mese dopo.
Un omicidio brutale, da parte di un branco di cinque giovanissimi (due minorenni all’epoca dei fatti) che avrebbe avuto come movente il mancato pagamento di una piccola partita di hascisc che la vittima pretendeva di incassare.
Il primo a prendere la parola è stato l’avvocato Luciano Rubattu, che assiste Fabiana Balardi, presente in aula, la mamma del giovane ucciso. Davanti alla Corte presieduta dal giudice Massimo Poddighe, il legale ha ripercorso tutte le fasi della trappola e dell’uccisione del 18enne. Ad attirarlo in trappola sarebbe stata una ragazza all’epoca minorenne (condannata a 16 anni in via definitiva) fidanzata con Christian Fodde, su cui pende una condanna in primo grado all’ergastolo. Sia per l’accusa che per la parte civile è lui l’esecutore materiale dell’omicidio, consumato perché la ragazzina non voleva saldare il debito per l’hascisc acquistato dalla vittima. L’avvocato Rubattu ha chiesto anche la conferma dei 30 anni di carcere inflitti in primo grado a Riccardo Carta e dei 16 anni e 8 mesi dati a Matteo Sanna, gli altri maggiorenni accusati di aver partecipato al delitto.
Subito dopo ha parlato l’avvocato Gianfranco Piscitelli, che assiste il padre di Manuel Careddu. La seconda parte civile ha sottolineato come tutti e tre gli imputati maggiorenni, assieme ai due minorenni già condannati in via definitiva, abbiano partecipato – ciascuno col proprio ruolo – sia alle fasi preparatorie che all’esecuzione del delitto. L’udienza è stata poi aggiornata a lunedì 25 gennaio per le arringhe dei difensori Aurelio Schintu, Angelo Merlini e Antonello Spada. Poi potrebbe ancora esserci un rinvio per repliche prima della sentenza. La conferma delle tre condanne inflitte dal Gip di Oristano in abbreviato è stata sollecitata nella scorsa udienza anche dalla vice procuratrice generale Liliana Ledda.