Resterà aperta fino al 13 giugno “Voci allegre al Buio”, la mostra di Lisetta Carmi inaugurata al Man di Nuoro.
Il museo barbaricino, che ha riaperto dopo mesi di chiusura per la pandemia, nell’esposizione propone gli scatti che la fotografa 96enne ha effettuato in Sardegna dal 1962 al 1976.
Nell’ultimo anno del suo lavoro nell’isola sono avvenuti gli scatti delle “voci allegre al buio” a Orgosolo la notte del 31 dicembre, in occasione della festa della Candelaria, quando gruppi di donne giravano per il paese, fermandosi nelle case dei giovani sposi e intonando brevi canti di augurio.
Nel corso della propria carriera, iniziata nel 1960 e conclusasi nei primi anni Ottanta, Lisetta Carmi ha documentato soprattutto condizioni di marginalità lavorativa ed esistenziale. Per l’artista la macchina fotografica è il mezzo per costruire racconti attraverso sequenze narrative per immagini, ne sono testimonianza gli scatti in città come Genova, Roma e Parigi, ma anche paesi come Venezuela, Colombia, Messico, Afghanistan, Turchia, Pakistan, India, Nepal. Ed è ciò che avviene anche in Sardegna, in cui la fotografa attraverso i suoi ritratti racconta un rapporto emotivamente partecipe con le persone incontrate. Non solo: racconta la vita sociale nelle zone rurali e i mutamenti del territorio con la sua “capitalizzazione paesaggistica”: l’invenzione della Costa Smeralda e la nascita dell’industria del turismo a metà degli anni Sessanta, in seguito all’arrivo dell’Aga Khan, ne è un esempio. “Lo studio dell’archivio di Lisetta Carmi ha rivelato come le foto da lei realizzate in Sardegna, in larga parte inedite, testimoniano tutti i temi oggetto delle sue ricerche tra gli anni sessanta e settanta. Sono immagini che raccontano le trasformazioni in corso nell’isola e in Italia in quegli anni, manifestando la forza di intuizione e immedesimazione con cui Carmi ha percorso le strade del mondo dando voce a chi era ai margini”.