«Abbiamo lavorato 2 anni per scongiurare un disastro economico sociale del comparto turistico della Sardegna, fatto di tutto per evitare di procedere penalmente e con milionarie richieste di risarcimento danni contro i dirigenti comunali di pochissimi comuni, riottosi alle leggi regionali e nazionali, a tutela delle coste». Lo dice Claudio Maurelli segretario Regionale di Federbalneari Sardegna che evidenzia come la Regione Sardegna «ha deciso di prendersi a cuore la vicenda e ha creato una forte collaborazione con Federbalneari Sardegna, utile a “ripristinare i ruoli e le competenze degli enti».
Il nucleo principale dell’associazione evidenzia come 4 dei sei comuni ostili a creare una rete, ovvero Quartu Sant’Elena, Loiri Porto San Paolo e Posada dei 72 Comuni Costieri Sardi, adesso, hanno deciso di allentare il freno a mano e proseguire nella collaborazione mentre Arzachena e Olbia persistono a non voler l’aiuto da parte della Regione Sardegna, contro la tutela del lavoro delle famiglie sarde e contro la tutela delle coste dalle evidenti e conseguenti invasioni di multinazionali estere pronte a depredare la Sardegna del bene primario.
«Mancano 10 giorni al loro commissariamento dice il Presidente Mario Isoni. Dopo tutti gli sforzi fatti per scongiurare comportamenti scellerati degli enti, Federbalneari Sardegna è chiamata nuovamente dalle famiglie dei due territori in questione, e lo fa schierandosi apertamente con l’assessore agli Enti locali Quirico Sanna».
A Olbia e Arzachena, precisa Federbalneari è stato commesso un illecito amministrativo: «la proroga automatica di un anno andando contro non solo le leggi regionali e statali ma persino contro la sbandierata Bolkstein Europea, che in un documento datato 3 dicembre 2020 ha escluso categoricamente ogni forma di rinnovo automatico in Italia.
«Ci teniamo a confermare, che qualora i relativi dirigenti firmatari di queste proroghe fuori legge, dovessero persistere in questa azione politicamente scellerata, Federbalneari sardegna è pronta ad avviare la Denuncia per abuso in atti d’ufficio».