Lo Stato in forze in Sardegna, oggi, per quantificare i danni dell’alluvione che due settimane fa ha sconvolto l’abitato di Bitti, spazzando via la vita di tre persone e lasciando tante famiglie senza casa.
A metà mattina, il ministro degli Affari regionali Francesco Boccia ha effettuato un rapido sopralluogo (APPROFONDISCI) per le vie più colpite dall’evento calamitoso, via Cavallotti e via Brigata Sassari su tutte, accompagnato dal capo della Protezione civile Angelo Borrelli, dal sindaco Giuseppe Ciccolini, dal commissario delegato per l’emergenza Antonio Belloi e dall’assessore regionale dell’Ambiente Gianni Lampis.
«Come Governo – ha chiarito Boccia in un rapido incontro con la stampa tenutosi in piazza Asproni – abbiamo seguito dalla prima ora della pioggia maledetta che ha fatto tre vittime, a cui rivolgiamo il nostro pensiero. Abbiamo decretato lo stato di emergenza nazionale e stanziato 2 milioni di euro solo per aprire un conto. Ora che il sindaco e la Regione sono pronti per darci i dati sulla quantificazione dei danni li porteremo in Consiglio dei ministri, che deciderà la cifra da stanziare a valere sul fondo di emergenza nazionale»
Alle 13,00, poi, la task force si è spostata a Nuoro dove, nei locali della Prefettura, alla presenza del prefetto Luca Rotondi, del sottosegretario alla Difesa Giulio Calvisi e del commissario per la Provincia di Nuoro Costantino Tidu, si è tenuto un vertice per quantificare i danni subiti dal paese (APPROFONDISCI).
Al termine dell’incontro, prima di ripartire per Roma, il ministro ha fatto il punto della situazione ribadendo «l’imponente impegno economico stanziato da Governo e Regione, con ulteriori nove milioni e 144mila euro subito (oltre alle altre somme già stanziate) per le urgenze, e poi 50 milioni per interventi strutturali (questa la stima del Commissario) ma potrebbero essere anche di più».
Il vertice col ministro Boccia in Prefettura (immagini di S.Novellu)
Poi la stoccata all’amministrazione Pigliaru: «… Colpevole della vergogna di sette anni trascorsi senza il ben che minimo intervento di messa in sicurezza, un’assenza insopportabile, sulla quelle torneremo nelle sedi opportune. Ora ci dobbiamo occupare della soluzione dell’emergenza».
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