Due agenti di polizia penitenziaria e un detenuto della casa di reclusione di Mamone positivi al Coronavirus.
“Nella Casa di Reclusione di Mamone-Onanì si è verificata la positività al Covid19 di Agenti e un detenuto. La situazione ci preoccupa e chiediamo che vengano effettuati i tamponi. Come si sa dai notiziari il virus è molto contagioso”. Lo rende noto Maria Grazia Caligaris di “Socialismo Diritti Riforme” avendo ricevuto una lettera di un gruppo di detenuti della Colonia Penale, che hanno lamentato anche la tardiva distribuzione dei presidi di protezione individuale.
“La tensione della popolazione detenuta – si legge nella missiva inviata alla Direzione della Casa di Reclusione all’aperto, al Tribunale di Sorveglianza di Sassari, al Provveditore regionale dell’Amministrazione Penitenziaria e all’area Educativa di Mamone – sta aumentando e riteniamo doveroso un intervento delle autorità per scongiurare la minaccia di un possibile focolaio”. Chiedono infine all’Area Educativa l’applicazione delle norme per ridurre il numero dei ristretti.
La lettera non ha lasciato indifferente la Direzione di Mamone. “Comprendo l’ansia dei detenuti, dovuta anche alle notizie che provengono da altre realtà nazionali, tuttavia – ha precisato il direttore Patrizia Incollu a SDR – la situazione sanitaria non desta alcuna preoccupazione in quanto l’episodio che ha riguardato due Agenti è stato immediatamente circoscritto con l’applicazione del protocollo anticovid. Ciò ha portato all’isolamento cautelativo di quattro detenuti, due dei quali sono risultati positivi al tampone. La Direzione ha già richiesto il costante monitoraggio e la somministrazione aggiuntiva dei tamponi a tutta la popolazione ristretta e al personale. Finora tuttavia non ha avuto riscontro. Abbiamo gli spazi per ogni azione preventiva a Mamone. Ritengo però – ha concluso – che occorra attenersi ai dati reali evitando di fare affermazioni capziose e insidiose per la serenità dell’intera Comunità”.
“Il generale clima di allarme sul COVID19 nelle carceri, le manifestazioni e le richieste per ridurre il numero di reclusi – sottolinea Caligaris – non possono ovviamente lasciarci indifferenti anche perché chi opera all’interno delle strutture e chi trascorre le giornate in un ambiente chiuso a stretto contatto con le persone è maggiormente esposto. Appare tuttavia singolare che in una Casa di Reclusione con 320 posti e 132 presenze possano verificarsi casi eclatanti. L’auspicio è che la ASL di Nuoro provveda con urgenza a effettuare i tamponi in modo che si ristabilisca la serenità. Il diritto alla salute ha una priorità per tutti i cittadini, senza distinzioni e aggettivi”.