“Mi rattrista annunciare la morte inaspettata di Bruno Barbey, membro importante della famiglia Magnum da oltre 50 anni. Le sue foto sono piene di vita e la sua eredità vivrà. Ci mancherà moltissimo”. Così, Olivia Arthur, presidente, della storica agenzia fotografica Magnum Photos ha dato notizia della morte del grande reporter.
Nato in Marocco nel 1941 e formatosi in Svizzera, Barbey nel 1961 arriva in Italia dove, traendo forte ispirazione dal cinema neorealista, realizza diversi reportage che vedranno la luce soltanto nel 2002, all’interno del volume Les Italiens.
Nel 1964, durante uno dei numerosi soggiorni nella penisola, viene in Sardegna dove documenta la Festa di Sant’Efisio a Cagliari e diversi paesi dell’interno: Oliena, Orgosolo, Desulo e Nuoro. Nell’isola la sua attenzione è costantemente rivolta alle persone, colta sempre nel proprio quotidiano.
Lo stesso anno inizia a collaborare con la Magnum Photos, divenendone associato nel 1966 e membro effettivo nel ’68, fino ricoprire l’incarico di presidente della Magnum Photos International nei primi anni Novanta.
Nel 1968 è a Parigi durante la rivolta studentesca; le immagini di quel reportage vedranno la luce vent’anni dopo all’interno del volume Mai 68, ou l’imagination au pouvoir.
In seguito si occuperà delle regioni del Terzo Mondo e delle aree del mondo caratterizzate da conflitti, tensioni e instabilità politica. Tra i reportage più significativi si ricordano quelli realizzati in Nigeria, Vietnam, Medio Oriente, Bangladesh, Cambogia, Irlanda del Nord, Iraq e Kuwait, le cui immagini sono state pubblicate sulle pagine dei periodici più affermati. I suoi reportage regionali daranno origine a varie monografie.
L’annuncio della sua morte, avvenuta ieri a Roubaix all’età di 79 anni, è stata data dall’Accademia di Belle Arti di Parigi.
Salvatore Novellu – © Tutti i diritti riservati