La Francia ripiomba nel terrore in seguito al sanguinario attacco all’arma bianca nei pressi della chiesa di Notre-Dame di Nizza. Il bilancio è di 3 morti e diversi feriti.
L’attentatore, fermato, era sbarcato a Lampedusa. Si chiamerebbe Brahim Aoussaoui, ha 21 anni, e ha parlato in arabo alla polizia che lo ha neutralizzato. In ospedale ha detto di aver agito da solo. «L’autore dell’attentato, mentre veniva medicato dopo essere stato ferito dalla polizia, continuava a gridare senza interruzione Allah Akbar – ha riferito il sindaco di Nizza, Christian Estrosi, per il quale – non c’è alcun dubbio sulla natura dell’attacco».
Il killer di Nizza è entrato alla stazione di Nizza alle 6:29 e ne è uscito quasi due ore dopo dopo essersi cambiato i vestiti. Lo ha detto il procuratore antiterrorismo, Jean-Francois Ricard. Il procuratore ha invitato i media alla prudenza riguardo al nome dell’indiziato, che si trova in ospedale in prognosi riservata. Ricard ha confermato che il tunisino aveva in tasca un documento rilasciato dalla Croce Rossa italiana, e che si sta indagando sul suo percorso ed eventuali complicità che gli hanno consentito di arrivare in Francia da Bari, dove si sono perse le sue tracce dopo il 9 ottobre. L’uomo è comunque sconosciuto ai servizi di informazione francesi e le sue impronte digitali non sono nello schedario dei ricercati. Quattro poliziotti sono entrati nella chiesa dove il killer di Nizza aveva appena aggredito tre persone, l’uomo si è fatto avanti “in modo minaccioso, gridando Allah Akbar” e i poliziotti hanno utilizzato prima una pistola elettrica, poi hanno aperto il fuoco.
Il killer è sbarcato a Lampedusa assieme ad altri migranti. Il killer di Nizza sarebbe arrivato in Italia il 20 settembre e il successivo 9 ottobre sarebbe stato trasferito in un Centro per migranti a Bari, dopo la quarantena obbligatoria per tutti coloro che sbarcano. Sarebbero queste, secondo quanto si apprende da fonti degli apparati di sicurezza, le prime due tappe del tunisino nel nostro paese. Investigatori e 007 stanno ora ricostruendo tutte i movimenti successivi e le modalità che hanno consentito all’uomo di lasciare il Centro. “Non era mai stato segnalato dalle autorità tunisine, al contrario di altri, e non era neanche segnalato sotto il profilo della sicurezza nei canali di intelligence”, si apprende da fonti del Viminale dalle quali arriva la conferma che il 21enne è sbarcato a Lampedusa il 20 settembre e il 9 ottobre è stato destinatario di un decreto di respingimento con ordine del questore di abbandonare l’Italia entro 7 giorni.
Chi sono le vittime dell’attentato – Le vittime sono una donna, decapitata, di 60 anni, il sagrestano 55enne, ferito in modo profondo alla gola e un’altra donna di 44 anni, che, ferita, è riuscita a fuggire ma è morta poco dopo in un bar dove si era rifugiata. Tra gli effetti personali del killer sono stati ritrovati due telefoni cellulari e un Corano. “Dite ai miei figli che li amo”: queste le ultime parole prima di spirare della donna morta nel bar. La donna è stata colpita gravemente alla gola dall’aggressore, che non è riuscito a decapitarla. ANSA