No all’obbligo per il vaccino contro l’influenza. Sì, invece, a spiegare bene che uno dei motivi principali per farlo, quest’anno, sarà quello di ridurre la pressione sulle strutture sanitarie. A spiegarlo Luca Richeldi, direttore dell’Uoc di Pneumologia del Policlinico Gemelli Irccs di Roma e membro del Comitato Tecnico Scientifico, durante Agorà Estate, su Rai 3.
«Se ci dovessimo trovare – ha detto – a ottobre, novembre e dicembre, file di persone con la tosse e la febbre fuori dal pronto soccorso e l’impossibilità di distinguere se si tratti di influenza o di Covid, questo potrebbe mettere il sistema sotto pressione critica». La vaccinazione antinfluenzale, ha precisato il presidente della Società Italiana di Pneumologia (Sip), «è uno strumento importante per prevenire le forme cliniche più rilevanti. Non ci impedisce di venire in contatto con l’agente patogeno e non ci mette sotto una gabbia di vetro. Semplicemente prepara un’immunità grazie alla quale, quando incontriamo questo virus la forma clinica è minore, perché il nostro organismo è già preparato. Per questo l’antinfluenzale è molto importante per alcune categorie». Q
Questo è un concetto «che dovrebbe essere spiegato alle persone nella maniera più chiara possibile, anziché andare sull’obbligo che rischia di non far capire perché lo stanno facendo». Un ruolo chiave lo dovrebbero avere i medici di famiglia. «È importante che i medici di medicina generale spieghino qual è lo scopo. Se faremo questa campagna, come sta facendo il Ministero della Salute, in termini chiari e definiti, – ha concluso Richeldi – la stragrande maggioranza dei cittadini capiranno e aderiranno».
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