«Chiudere la sequenza dei ricorsi, riconoscere subito al Consorzio della Gallura i giusti meriti e sbloccare al più presto il progetto per la realizzazione dell’impianto idroelettrico del Liscia».
È la richiesta che il presidente dell’Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue (Anbi) Sardegna, Gavino Zirattu, rivolge agli assessorati all’Agricoltura e ai Lavori pubblici, e alla presidenza della Giunta regionale, che nei giorni scorsi hanno presentato ricorso alle Sezioni unite della Cassazione e alla Corte di giustizia europea frenando sulla realizzazione della centrale idroelettrica del Liscia diventi una realtà. Un atto che rappresenta solo l’ultimo capitolo di un braccio di ferro giudiziario con il Consorzio di bonifica della Gallura, lite che in sei anni ha visto la Regione soccombere più volte. «Invece di valorizzare la progettualità di un ente che dal 2013 tenta di aprire la strada dello sfruttamento idroelettrico dei nostri invasi, chi governa l’isola si avvita in un inspiegabile contenzioso – sostiene Zirattu – Tutti i giudici che finora hanno affrontato la questione si sono espressi a favore del Consorzio. Proseguire la battaglia legale ha l’effetto di allungare i tempi di realizzazione dell’opera e privare il territorio di una risorsa che produce energia rispettando l’ambiente».
© Tutti i diritti riservati