Senza autocertificazione: un centinaio di passeggeri “tenuti in ostaggio” all’aeroporto di Olbia

L’incredibile denuncia del deputato Mara Lapia di rientro da Roma

«Desidero portare a conoscenza degli organi d’informazione e di tutti i cittadini sardi l’incredibile episodio avvenuto ieri notte all’aeroporto Costa Smeralda di Olbia, perché si rifletta sulle conseguenze delle indecisioni di chi governa la Regione Sardegna». Così la deputata Mara Lapia in riferimento all’episodio assurdo accaduto ieri nello scalo gallurese.

L’onorevole Mara Lapia durante l’intervento in Parlamento

L’esponente parlamentare racconta che «di rientro da Roma, con il volo atterrato regolarmente intorno alle 22:45, centinaia di passeggeri sono stati bloccati all’interno dell’aerostazione da agenti della Guardia di Finanza che chiedevano l’autocertificazione Covid-19. Non volevano far uscire quanti erano sprovvisti del modulo compilato. Io avevo il foglio ma mi sono messa a disposizione dei tantissimi che non sapevano come fare: il modulo, infatti, non era presente in formato cartaceo in aeroporto e neppure all’interno dell’aeromobile. Dal 13 giugno, peraltro, lo si potrà compilare soltanto nella versione digitale on line: non oso immaginare quanti disagi ciò potrà causare ai viaggiatori».

«Gli agenti non volevano sentire ragioni», prosegue Mara Lapia: «Così ho atteso che arrivasse il comandante dell’equipaggio Alitalia. Mi sono presentata e gli ho spiegato che cosa stava accadendo».

La risposta è stata che la compagnia aerea non poteva consegnare i moduli ai passeggeri poiché la Regione Sardegna non li aveva forniti.

«Ho cercato di spiegare le nostre ragioni anche al personale di terra dello scalo, e poi nuovamente alla Guardia di Finanza e alla Dogana. Ho fatto notare loro che i viaggiatori non possono farsi carico dei disservizi e delle negligenze creati da chi, come il Presidente della Regione Christian Solinas, dapprima decide di assumere provvedimenti differenti rispetto alle altre Regioni e poi non si assume la responsabilità di distribuire i moduli per l’autocertificazione» precisa Lapia.

A un certo punto molti passeggeri volevano chiamare i Carabinieri: «uristi stranieri erano allibiti, e tra le persone più anziane ha iniziato a serpeggiare il panico. Comprendo l’imbarazzo delle forze dell’ordine, ma alla fine abbiamo deciso di assumerci la responsabilità di uscire. Fuori c’erano decine di tassisti e familiari che aspettavano i passeggeri arrivati da quasi un’ora» prosegue il deputato e conclude: «Mi risulta che qualcuno ricorrerà alla magistratura ordinaria per denunciare l’accaduto. Io mi riservo di informare immediatamente i Ministri competenti. Mi preme ricordare che mentre negli aeroporti si vivono tutti questi disagi, negli scali portuali i viaggiatori sbarcano senza che venga richiesto alcun tipo di autocertificazione. Forse c’è qualcosa che non va».

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Sonia