C’è un protocollo molto rigido nella distribuzione delle mascherine fornite dalla Protezione civile e destinate alle comunità sarde. Un protocollo che ovviamente predilige chi quotidianamente è esposto in primo piano al contagio da Covid-19. Un elenco che i sindaci devono rispettare secondo una nota regionale a firma del capo della protezione Civile regionale Antonio Belloi del 16 aprile con protocollo 84/93 e pubblicata, oggi sulla pagina social dall’esponente di Unidos Mauro Pili.
Secondo questo documento la priorità della distribuzione spetta: alle strutture di ricezione per anziani, alla Municipale, ai Volontari della Protezione Civile, agli operatori di cooperativa in struttura domiciliare, al personale delle cooperative per servizi vari e agli operatori delle case protette.
«Escluse queste categorie, spiega l’ex presidente della Regione Mauro Pili da noi sentito telefonicamente, secondo una voce riportata nella nota che dice: “i comuni saranno ritenuti responsabili di qualunque utilizzo del materiale consegnato fatto in difformità al suddetto piano dei fabbisogni”, questa frase, per chi ha un minimo di senso critico, sta a significare che verranno perseguiti e dunque si presume sanzionati».
«Affrontare la fantomatica fase 2 senza mascherine e presidi di protezione significa ripiombare nel disastro! Basta saperlo!» conclude l’esponente di Unidos osservando che la Regione non è pronta per affrontare la riapertura dopo il lockdown.
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