In oltre 40% dei casi è stato difficile distinguere tra influenza e Covid-19
Sono stati fra 6.000 e 7.000 i decessi avvenuti nelle strutture di ricovero per anziani (Rsa) a partire dal primo febbraio. I sintomi sono stati individuati in oltre il 40% dei deceduti, ma «è difficile distinguere fra influenza e Covid-19», Lo indicano i primi dati dell’Osservatorio sulle Rsa promosso dall’Istituto Superiore di Sanità (Iss) e presentati oggi da Graziano Onder, del Centro cardiovascolare e dell’invecchiamento dell’Iss, nella conferenza stampa organizzata dall’Istituto.
« I decessi, ha proseguito Onder, corrispondono a circa il 7% del numero complessivo degli anziani residenti nelle Rsa, calcolato in oltre 80.000 strutture. Di questi, la maggior parte si trova nel Nord Italia e solo un migliaio sono risultati positivi al nuovo Coronavirus, la maggioranza dei quali in marzo. Fra le criticità finora rilevate nelle Rsa, l’osservatorio dell’Iss indica soprattutto la carenza di dispositivi di protezione, la carenza nelle somministrazioni di tamponi e la carenza di personale».
Sulla curva epidemiologica è stato detto che: «stiamo assistendo ad una diminuzione della trasmissione ma probabilmente il virus continuerà a circolare anche se a più bassa intensità» ha detto Gianni Rezza dell’Iss. C’è una «decrescita nel numero dei casi se considerati per data di comparsa dei sintomi e ciò trova riscontro nei modelli matematici» ha aggiunto.
Infine Silvio Brusaferro presidente dell’Iss ha precisato che i test permetteranno di convivere con il virus e in particolare con il livello di contagiosità R sotto 1.
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