Coronavirus: 4.500 nascite in meno con lo stop alla fecondazione

La pandemia Covid-19 peserà anche sulle nuove nascite, in particolare su quelle con fecondazione assistita, i cui trattamenti sono, in questo periodo, sospesi.

Si calcola che nel trimestre marzo-maggio i cicli riproduttivi non effettuati porteranno a circa 4.500 nascite in meno. Questa la stima, fatta dal ginecologo Antonino Guglielmino, presidente della Società Italiana della Riproduzione Umana (SIRU). In Italia vengono eseguiti in un anno 97.888 trattamenti riproduttivi assistiti su 78.366 coppie, con la nascita di 13.973 bambini.

«Mantenere questi numeri – spiega Guglielmino – sembra molto difficile visto il prolungarsi della pandemia nel periodo primaverile, il più gettonato per accedere ai trattamenti. Se la sospensione si protrarrà almeno fino a maggio, si tratta minimo di tre mesi di fermo, che equivalgono a 30.000-35.000 cicli riproduttivi assistiti che non verranno effettuati, con una perdita stimata di almeno 4.000-4.500 bambini che sarebbero nati».

«L’emergenza sanitaria in atto – spiega Guglielmino – ha determinato, sin dai primi momenti, una condizione di allarme, sia più in generale per la diffusione dell’infezione, sia in particolare nei confronti delle gravidanze in fase iniziale, allarme giustificato dalla mancanza di dati scientifici validati da esperienze precedenti».

Tali preoccupazioni, ancora prima dei decreti, ordinanze e provvedimenti adottati dal Governo e dalle autorità sanitarie, avevano spinto la SIRU a redigere 10 raccomandazioni che indicavano i comportamenti da assumere nei centri italiani «prevedendo innanzitutto la sospensione di nuovi trattamenti riproduttivi, fermo restando il completamento di quelli in corso». Per le coppie coinvolte, sottolinea l’esperto «si tratta di un temporaneo ma grave disagio, da affrontare con la corretta informazione e con equilibrio emotivo e consapevoli del fatto che rimandare non significa rinunciare».

La SIRU ha perciò attivato in tempi record due task force, una di medici specialisti, l’altra di psicologi e psicoterapeutici, «che stanno seguendo centinaia di coppie costrette ad aspettare il superamento di questa fase emergenziale. Inoltre, stiamo rispondendo alle preoccupazioni e ai dubbi di tante donne con gravidanze in fase iniziale”. Soprattutto, conclude, “ci stiamo preparando ad una lenta ripresa dell’attività assistenziale nella prospettiva di convivenza con il coronavirus».

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Published by
Salvatore