Coronavirus. Giuseppe Conte: chiusa ogni attività produttiva non essenziale

«Rimaniamo a casa, è un sacrificio, ma non paragonabile a quello di chi lotta in prima linea, negli ospedali» così Giuseppe Conte in apertura del suo discorso in diretta da palazzo Chigi. Il Presidente con gli occhi lucidi ha precisato che questo è il più grande sacrificio dal secondo dopo guerra ma necessario.

«Stare a casa preclude la nostra libertà ma pensiamo che ci sono italiani che in questo momento stanno compiendo sacrifici più grandi per garantire il contenimento del virus come il personale medico sanitario degli ospedali e chi fa attività di sanificazione degli ambienti». Conte ha ringraziato anche gli «operatori dell’informazione esposti anche loro per garantire quotidianamente un servizio all’Italia»

Da domani rimarranno chiuse, fino a data da stabilirsi, tutte le attività produttive non indispensabili. Aperti supermercati, negozi di generi alimentari e beni di prima necessità. Aperte anche farmacie, parafarmacie, banche, uffici postali e trasporti essenziali.

Si potrà lavorare solo in smart working.

In Lombardia, invece, con il numero di contagi più alto in Italia, il giro di vite sul Coronavirus era arrivato già in serata, con la sospensione dell’attività degli uffici pubblici non essenziali, delle attività degli studi professionali, il fermo delle attività nei cantieri e divieto di praticare sport e attività motorie svolte all’aperto. Una linea alla quale si è adeguata anche il Piemonte. Parla al termine di una giornata drammatica Giuseppe Conte. Dopo nuovi dati negativi sui contagi e decessi (793 in più rispetto a ieri). È dopo un pressing arrivato da Regioni, sindacati, categorie di imprese e Opposizioni per una ulteriore stretta del Governo.

«Lo Stato c’è, non abbandona il paese, queste misure nascono anche dal vuoto economico e sociale che il Coronavirus sta creando, ora sembra che stiamo rallentando ma dopo ripartiremo con più vigore e slancio».

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Salvatore