«Ho fatto un patto con la mia coscienza: al primo posto c’è la salute degli italiani. Solo pochi giorni fa vi ho chiesto di cambiare le vostre abitudini di vita, di rimanere in casa. Ero consapevole che si trattava di un primo passo, e che non sarebbe stato l’ultimo. È ora di compiere un passo in più», ha esordito il premier Giuseppe Conte.
Ha aggiunto: «Chiediamo la chiusura di tutte le attività commerciali ad eccezione di negozi legati a beni di prima necessità e farmacie. Chiudiamo bar, ristoranti, alberghi, pub; parrucchieri, i servizi di mensa. Industrie e fabbriche continueranno le proprie attività a condizione che proteggano i lavoratori con protocolli di sicurezza». E ancora: «Resta ovviamente garantito il servizio di trasporti, i servizi bancari, postali, assicurativi. Garantite le attività del settore agricolo e zootecnico. La regola madre rimane la stessa: dobbiamo limitare gli spostamenti, per motivi di necessità o per fare la spesa».
«A breve nominerò anche un commissario straordinario, con ampi poteri di deroga, che potrà potenziare la produzione di beni che occorrono. Il commissario si coordinerà con il dottor Borrelli e con la struttura della Protezione civile, cui va il mio ringraziamento. Se saremo tutti a rispettare queste regole usciremo in fretta da questa emergenza, il Paese ha bisogno della responsabilità di ciascuno di noi. Siamo parte di una medesima comunità: ognuno si giova dei proprie e degli altrui sacrifici. Siamo una comunità di individui. Rimaniamo distanti oggi per abbracciarci tutti poi. Tutti insieme ce la faremo», ha concluso.
Che cosa chiude. Sono sospese – secondo quanto riferito dal presidente del Consiglio – le attività commerciali al dettaglio, “fatta eccezione per le attività di vendita di generi alimentari e di prima necessità”. Chiusi i mercati su strada. Chiusi i bar, i pub, i ristoranti
Che cosa resta aperto? Le attività commerciali legate alla vendita di generi alimentari e di prima necessità, le farmacie, le parafarmacie, le edicole, i tabaccai: tutti devono far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di un metro. Resta consentita la ristorazione con consegna a domicilio, nel rispetto di norme igienico sanitarie molto precise. Restano aperti i ristoranti nelle aree di servizio stradali e autostradali e nelle stazioni ferroviarie, negli aeroporti e negli ospedali
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