Il Grana Padano “posto al consumo oggi è senza problemi: è stato prodotto oltre 10 mesi fa quando Covid-19 ancora non esisteva e quello prodotto oggi si consumerà non prima del prossimo dicembre”.
Così in una nota il direttore generale del Consorzio Grana Padano, Stefano Berni, a proposito della richiesta da parte di un agente in Grecia di una dichiarazione ‘virus free’ per far varcare le frontiere al Grana Padano di un’azienda consorziata, come apparso su alcune testate.
Le condizioni biologiche di stagionatura del Grana Padano, come di ogni altro prodotto stagionato, sottolinea poi Berni, «inattivano ogni tipo di virus, quindi anche questo, che comunque si trasmette esclusivamente da uomo a uomo e non con contatti di altro tipo, come ha sottolineato in una nota l’EFSA, l’Autorità Europea per la Sicurezza alimentare, organismo di quell’Unione Europea di cui fa parte anche la stessa Grecia”. Il dg del Consorzio Grana Padano parla di “allarmismi ingiustificati” che “ci stanno mettendo in grande difficoltà, peraltro in modo del tutto immotivato, oltre che non vero».
«I rapporti con la Grecia continuano. Pochi minuti fa, ad esempio, ho senza indugi dato l’ok all’invio da parte di un esportatore di un container», riferisce ancora il dg del Consorzio Grana Padano. In Europa, ricorda, nel 2018 sono state esportate oltre 1.600.000 forme e di queste poco più di 41.000 in Grecia (2,57%).
«Il Grana Padano – continua Berni – si può considerare senza alcun timore di smentita un prodotto sicuro e genuino, talmente sicuro che in questo momento così controverso e complicato può rappresentare uno degli alimenti cardine della dieta giornaliera di tutti, come lo è per me, i miei figli, i miei nipoti e per il mio numeroso gruppo famigliare. Come ogni prodotto food o non food – aggiunge Berni – sotto il profilo della sicurezza sanitaria, il problema può eventualmente essere legato esclusivamente all’ultimo passaggio prima del consumatore, compreso l’operatore che passa allo scanner della cassa del punto vendita il prodotto, sia che si tratti di un alimento che di ogni altra tipologia di prodotto, anche il quotidiano consegnato dall’edicolante al lettore. Ma ciò – conclude – attiene a procedure di sicurezza diverse e già messe in campo tempestivamente ed efficacemente dalle istituzioni preposte in Italia».
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