Coronavirus. Archeologi preoccupati: “mascherine ai lavoratori nei musei”

L’Associazione Nazionale Archeologi “esprime viva preoccupazione per la salute dei lavoratori dei beni culturali impegnati a vario titolo (interinali e operatori a chiamata compresi) nei monumenti, musei, siti ed aree archeologiche del paese” e chiede “maggiore tutela” alla luce dello stato di emergenza sanitaria decretato oggi dal Governo e dell’emergenza globale segnalata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per il coronavirus.

Soprattutto, “consideriamo urgente agire a tutela della salute dei lavoratori alla vigilia di una giornata particolare come la ‘Domenica gratuita’ promossa dal MiBACT, quando migliaia di persone si riverseranno tutte insieme ad ammirare i nostri monumenti” sottolinea la nota dell’Associazione Nazionale Archeologi.

«È offensivo per la dignità e la salute dei lavoratori – dice Alessandro Garrisi, presidente dell’Associazione Nazionale Archeologi – che soprattutto nei monumenti ad alta frequentazione, si diano loro in queste ore soltanto indicazioni generiche come “lavarsi le mani frequentemente” o “evitare di avvicinarsi a meno di un metro da altre persone”, un consiglio impossibile da seguire».

«Non è accettabile – afferma l’Associazione – che in monumenti ad altissima densità di frequentazione, come il Colosseo, gli Uffizi, Pompei, con le loro migliaia di accessi giornalieri i lavoratori non siano dotati di mascherine di protezione naso-bocca e, per quelle mansioni che prevedono contatto col pubblico, di guanti monouso. Senza voler alimentare inutili e pericolosi allarmismi, crediamo sia necessario tutelare maggiormente i lavoratori dotandoli dei dispositivi di protezione individuale previsti dalla legge in circostanze eccezionali ed in linea con le indicazioni fornite in queste ore dal Ministero della Salute».

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Salvatore