Sulla gestione del CPR di Macomer arriva la prima interrogazione parlamentare, è quella a risposta scritta depositata il 17 gennaio dal deputato di Leu Erasmo Palazzotto. In particolare, l’onorevole cita i casi in cui Ors (multinazionale la cui filiale italiana si è aggiudicata la gara della Prefettura di Nuoro) è rimbalzata sulle cronache internazionali, come “nel 2015 Ors è stata travolta dallo scandalo, emerso a seguito di un rapporto di Amnesty International, per la pessima gestione del centro di Traiskirchen in Austria: progettato per 1.800 persone, era arrivato a ospitarne 4.600” si legge nell’atto parlamentare.
La filiale italiana è stata aperta nel 2018 ma secondo l’ultima visura camerale a disposizione dell’interrogante era sostanzialmente una società inattiva: «il timore – sostiene Palazzotto – è che ci si trovi di fronte a una società che si avvarrebbe solo e totalmente della casa madre svizzera senza possedere mezzi e personale proprio con le qualifiche e l’esperienza richieste dai relativi bandi, consentendo che sul futuro di tali centri possano mettere le mani delle realtà discutibili interessate solo al profitto a discapito di migranti e contribuenti».
Timori fatti propri anche dal Presidio di piazzale Trento di Cagliari che ieri ha inviato una nota al Presidente del Consiglio Regionale, Michele Pais, per chiedere notizie sul procedimento di nomina del Garante regionale dei detenuti, figura indipendente molto importante che potrebbe vigilare anche sul Cpr. L’iter di nomina del Garante ha superato i sei mesi dalla scadenza delle domande e la Sardegna non ha mai nominato una figura così importante, istituita dalla Legge Regionale 7 del 2011. La preoccupazione del Presidio è che non si giunga mai alla conclusione dell’iter, privando le persone detenute in carcere, al CPR o in altri tipi di strutture (16 le più importanti nell’isola) di un punto di riferimento indipendente che possa tutelarne i diritti.